Gli “Amici di Kamituga” ci raccontano i progetti a Bukave e Uvira, isole di umanità in un Paese abbandonato
Una delegazione della nostra Associazione “Amici di Kamituga” è tornata in Congo, a distanza di 7 anni dall’ultima visita, per prendere contatto con le realtà che sosteniamo da molto tempo.
Arrivando a Goma, si viene subito colpiti dal traffico caotico di questa città di 2 milioni di abitanti, dove c’è un contrasto stridente tra un’élite ricchissima e il resto della popolazione in condizioni miserabili. Nella zona in cui nel 2021 venne ucciso l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, sorge una sterminata tendopoli abitata dalle popolazioni fuggite dalle regioni del nord, dove regna l’insicurezza. E intanto imperversa la campagna elettorale, enormi tabelloni del presidente uscente che promette scuola e maternità gratis, strade e sviluppo, ciò che non ha fatto nel mandato precedente. Agli altri candidati nessuno spazio politico sui media del paese, tanto meno al dottor Denis Mkwege, premio Nobel per la pace, l’unico candidato con una statura internazionale.
A Bukavu visitiamo il centro per disabili Heri Kwetu, dove sta terminando la sua formazione il giovane Isaya, che da gennaio sarà il nuovo tecnico di laboratorio dell’ospedale “Don Dioli” a Kamituga. Darà un contributo importante in una zona densamente popolata, ma dove rimangono difficili le comunicazioni, a causa dello stato disastroso delle strade.
Incontriamo anche il dottor Pascal, direttore del centro “Don Dioli”, che ci illustra la situazione di difficoltà del servizio disabili, perché spesso gli utenti non possono pagare gli ausili e quindi rinunciano a farsi curare. Il servizio maternità invece progredisce lentamente, anche se l’attrezzatura medica è carente. Una buona notizia dovrebbe essere il progetto di istituire una banca del sangue presso l’ospedale, grazie al finanziamento di un organismo internazionale, che garantirebbe anche una fornitura elettrica regolare.
La tappa successiva del nostro viaggio è Uvira, la sede della Diocesi, ma per arrivarci occorre passare dai paesi confinanti, Ruanda e Burundi, perché la strada in territorio congolese è impraticabile e assolutamente insicura.
A Uvira visitiamo il Centro “Bethanie”, che l’associazione sostiene da molti anni, diretta dalle suore Saveriane di Parma. È una struttura molto ben organizzata, con vari servizi di cura e assistenza e la scuola per sordomuti, che è un vero fiore all’occhiello. A causa della crescente necessità di protesi, in particolare per gli adulti vittime di guerra, è stato raggiunto un accordo con la Croce Rossa Internazionale per la costruzione di un nuovo padiglione per l’assistenza completa, con la fabbricazione di protesi moderne ed un servizio fisioterapico compiuto.
A Uvira ha sede l’ufficio sanitario diocesano, che gestisce una trentina di strutture mediche in tutta la Diocesi. Incontriamo la direttrice, che ci conferma la volontà di valorizzare il centro “Don Dioli”, che rimane uno degli edifici più funzionali tra quelli diocesani. Le confermiamo l’intenzione di continuare la collaborazione con i centri di Kamituga e Uvira, pur nell’ambito delle nostre possibilità.
A Ferrara intanto sta avendo grande successo il mercatino natalizio, nei locali della Fondazione Estense, con il patrocinio del Comune. Alla conclusione si rivelerà l’iniziativa migliore degli ultimi anni per la partecipazione e la simpatia riscontrate. Un segnale incoraggiante per Kamituga e Uvira, che traggono stimolo da questa manifestazione, ma anche il segnale che la solidarietà dei ferraresi non viene meno, malgrado il periodo incerto che viviamo.
Amici di Kamituga
Pubblicato sulla “Voce” del 12 gennaio 2024
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