di Chiara Ferraresi
(Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 29 gennaio 2021)
Stiamo tutti affrontando un periodo complicato sul piano relazionale. Anche la comunità cristiana che vive non solo della dimensione verticale, ma anche dei rapporti tra le persone, soffre della situazione pandemica, come ogni ambiente in cui le relazioni sociali sono importanti. L’impegno perciò è quello di sostenerci con ogni mezzo, approfittando anche degli strumenti che la tecnologia ci offre. Per questo come gruppo organizzatore della Giornata del laicato non ci siamo fatti scoraggiare e, dopo il primo incontro on line del 21 novembre, deciso dopo la sospensione per ragioni di prudenza dell’incontro in presenza programmato in ottobre, ci siamo chiesti come non perdere l’importante opportunità di dialogo tra i partecipanti che sempre aveva caratterizzato le passate edizioni di questi incontri diocesani. Abbiamo così proposto, pur con qualche perplessità e timore, i gruppi di studio on line nel mese di dicembre. Obiettivo dei due gruppi era raccogliere riflessioni sulla relazione che i singoli credenti e le comunità hanno con la presenza eucaristica e proposte pratiche per la realizzazione del biennio eucaristico. I due gruppi di studio sono stati momenti belli di ascolto reciproco, belli oltre le nostre aspettative: a volte la fatica dell’on line e la mancanza del rapporto in presenza porta a guardare pregiudizialmente a queste possibilità, eppure se ci si approccia con fiducia, anche l’ascolto diventa autentico e concentrato. Abbiamo perciò pensato che il dialogo dovesse continuare, questa volta in forma assembleare sempre su piattaforma per condividere le riflessioni emerse e procedere nel cammino insieme: ecco quindi programmata la Giornata del laicato di sabato 16 gennaio.
Abbiamo avuto la consolazione della presenza per tutta la durata dell’incontro del nostro Vescovo Gian Carlo e questo è già molto importante. La preghiera introduttiva, preparata dalla comunità CVX di Fossadalbero, ha proposto una significativa meditazione a partire dal racconto dell’ultima cena (Lc 22 14-18), a cui i riferimenti all’Haggadah di Pasqua hanno conferito profondità prospettica. La cena pasquale attorno alla tavola è stata presentata come icona del cammino sinodale, a partire dal desiderio di essere compagni di viaggio come grazia da chiedere al Signore, sino alla condivisione fraterna del nostro rapporto con Dio, con i fratelli e con le cose, rappresentata dal gesto del passaggio del calice, che raccoglie il frutto della vite e del lavoro dell’uomo, un’intensa sintesi di fede e vita. Su questa linea le immagini del video di presentazione della comunità di Fossadalbero, che dagli ambienti interni ed esterni della comunità, con uno sguardo particolarmente intenso sulla Cappella, ci hanno significativamente portato sino a Gerusalemme, il luogo della salvezza. Il tutto accompagnato dalla chitarra di Alberto Brighenti.
Con qualche dispetto delle linee internet si è sviluppata una sintesi sul percorso realizzato attraverso gli spunti raccolti sulle unità pastorali e i gruppi di studio sul biennio eucaristico, aspetti, come ha sottolineato il vescovo nel suo successivo intervento, da considerare in relazione, perché uno alimenta l’altro. Le unità pastorali sono infatti una via per rendere più viva e completa la comunità chiamata a coniugare insieme liturgia, carità, catechesi e a celebrare così in modo più pieno L’Eucarestia da cui trarre energia vitale per l’annuncio, la testimonianza, la condivisione. La comunità fa l’Eucarestia, ma l’Eucarestia fa la comunità.
Il vescovo ha infine sottolineato come la proposta di papa Francesco di dedicare quest’anno all’Amoris Laetitia nel quinto anniversario della sua pubblicazione, apre per i laici spazi importanti di riscoperta del valore della Chiesa domestica, proprio anche nel cammino che stiamo realizzando come comunità cristiana.
Appassionati gli interventi dei laici e delle laiche presenti alla riunione: in particolare, Grazia Fergnani di Rinascita ha posto l’accento sulla rilevanza del rapporto tra Eucarestia e vita, che ci libera dalla tentazione di affidarci ad una ritualità disincarnata e ci spinge ad essere costruttori di pace e testimoni nelle occasioni molteplici e complesse della vita concreta, secondo la nostra precipua vocazione laicale.
Un unico peccato: che lo spazio degli interventi fosse troppo breve. La prossima giornata del laicato, di cui non abbiamo ancora fissato la data né la modalità di realizzazione, sarà soprattutto dedicata al confronto e al dialogo tra i partecipanti.