Il significato del termine “Cattedrale” e del “Duomo”, la catechesi e la simbologia come mezzi per educare il popolo cristiano. L’arte e la musica che così tanto arricchiscono la nostra casa
di don Paolo Cavallari
È stata riaperta la nostra Cattedrale. Per noi cristiani certamente ha un significato non solo sociale, umano, artistico-turistico ma fondamentale per comprendere il suo significato simbolico, teologico, liturgico, pastorale. In un bellissimo libro “La Cattedrale di Ferrara”, Atti del Convegno nazionale di studi storici organizzato dall’Accademia delle Scienze di Ferrara, tenutosi nel 1979, si trova la relazione di mons. Italo Marzola, dal titolo “Catechesi iconografica e simbologia nella Cattedrale”, dove egli spiega che catechesi e simbologia sono il primo mezzo che la Chiesa ha per educare il popolo cristiano a crescere nella fede e nutrire la propria vita secondo lo spirito di Cristo, facendolo partecipare in maniera consapevole ed attiva al mistero liturgico, stimolandolo così all’azione apostolica. Questa preoccupazione missionaria è sempre stata costante nella Chiesa.
Lo è anche oggi in un mondo secolarizzato come il nostro mondo occidentale. Ecco perché la Chiesa si è sempre servita di tutti i mezzi positivi quali la pittura, la scultura, l’architettura, la musica, trovando in queste opere dell’uomo una stretta relazione con l’infinita bellezza divina. Tutto ciò che è bello, buono e giusto ci rimanda a Colui che è il Bello, il Buono, il Giusto. L’attività artistica dell’uomo diventa in certo modo «una sacra imitazione di Dio creatore…Le loro opere sono destinate al culto, alla edificazione, alla pietà e all’istruzione dei fedeli» (Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, 123).
Nel 1135 il Vescovo Landolfo facendo costruire e dedicare a S. Giorgio la nuova Cattedrale riuscì a cogliere l’occasione di rispondere come comunità cristiana al forte desiderio autonomistico di quel momento diventando egli stesso guida religiosa e politica della rinascita cittadina. Guglielmo degli Adelardi «non si sa bene in qual maniera contribuì all’erezione dell’edificio, veniva detto cittadino, cioè rappresentante, non più della autorità imperiale o regia o feudale, e neppure della dignità ecclesiastica, ma esponente del nuovo ordinamento comunale di cui la Chiesa era presidio ed emblema».
La chiesa edificio, la Cattedrale diventa lo strumento liturgico, segno sensibile usato come simbolo della Chiesa mistero di salvezza per l’uomo. «Tale segno di fede si realizza già nell’AT nel tempio di Gerusalemme, poi, nel NT, a tappe successive di rivelazione e di sviluppo teologico: Dio, l’Uomo-Dio Cristo, Chiesa come Popolo di Dio o come Chiesa gerarchica che nell’azione liturgica e pastorale dona Cristo». Se nelle catacombe e nelle domus ecclesiae questo era chiaro, col tempo le cose cambiano. «Le nostre Cattedrali sono particolarmente segno e simbolo della Chiesa centrata sul Vescovo, espressione di unità e del triplice potere d’ordine, di magistero e giurisdizione». Questo purtroppo comporterà un impoverimento del mistero Chiesa-Popolo di Dio…L’uso stesso della parola “Cattedrale” è abbastanza recente. In Emilia-Romagna lo si trova verso la fine del secolo XIII. Prima si diceva: chiesa maggiore, matrice, madre, episcopale, battesimale, chiesa ferrarese. Ma «come suggerisce l’etimologia della parola, fu soprattutto la cattedra del vescovo a dare un senso alla Cattedrale. E la cattedra allora, oltre che simbolo di unità attorno al Vescovo, fu segno che indicò nel Vescovo il giudice ed il maestro».
Il nostro popolo ferrarese, in verità non ha un termine dialettale per dire cattedrale, ma dice “al Dom”, il Duomo, che rimanda al latino domus, casa. E questo è molto significativo, perché ci riporta alla primitiva domus ecclesiae, luogo dove si riunisce la Chiesa, assemblea santa, popolo di Dio, santo, profetico, sacerdotale, come ci insegna il Concilio Vaticano II.
La costruzione della nuova Cattedrale dedicata a S. Giorgio, non più fuori ma dentro la città, ha esigito l’ampliamento murario, «facendo sempre più comprendere ai cittadini di essere una comunità con una propria fisionomia spirituale e materiale, con peculiari esigenze di libertà, di autonomia e di sviluppo». È per questo che la nostra Cattedrale è stata voluta non solo dal Vescovo, ma anche da Guglielmo Adelardi. Ricordo che di questo importante cittadino, nella semicolonna angolare, all’estremità nord-occidentale della facciata della cattedrale, si vede murato un frammento scultoreo ad altorilievo raffigurante un cavaliere barbuto, con vessillo a tre svolazzi e scudo crociato, identificato come Guglielmo III degli Adelardi. È lo stesso Guglielmo che a Mizzana farà costruire la chiesa circolare templare per porre le spoglie del padre Guglielmo II in ricordo del Santo Sepolcro di Gerusalemme e della sua partecipazione alla seconda Crociata indetta da papa Eugenio III. Il nostro Duomo è così sempre più diventato punto di riferimento dei momenti storici principali religiosi e civili della città: è la chiesa che vede la presenza di papa Alessandro III per la consacrazione dell’altare maggiore (1177), di papa Urbano III che muore e viene sepolto qui (1187) e viene eletto in ottobre papa Gregorio VIII. È qui che si svolgono sempre i momenti significativi liturgici dei vari sinodi diocesani, fino all’ultimo sinodo voluto dal Vescovo mons. Luigi Maverna. E soprattutto qui si terrà l’inizio del Concilio ecumenico di Ferrara-Firenze del 1438 alla presenza del papa Eugenio IV e alle alte personalità dell’Oriente cristiano.
Nel 1173 lungo la fiancata meridionale viene collocata una epigrafe marmorea monumentale con il testo degli Statuti del Comune di Ferrara. Sullo stesso fianco verrà costruita la Loggia dei merciai (1479) e sempre più la piazza diventa il centro commerciale e sociale di tutta la città. Il 5 novembre del 1598 la regina Margherita d’Austria sposa in cattedrale Filippo III di Spagna…
Purtroppo vari terremoti colpirono nei vari secoli la nostra città. Il più grave fu quello del 1570-1574 che danneggiò almeno il 40% degli edifici più importanti della città compreso il Duomo. Ne soffrì tutta la popolazione che da quel terribile momento farà sempre più fatica a riprendersi. Anche il potere degli Estensi sul ducato ben presto terminerà e Ferrara tornerà allo Stato Pontificio e sarà anche per questo che la Cattedrale potrà riprendere il suo splendore nei secoli successivi voluto dai vari Vescovi, dal Comune e da tutto il popolo.
Non bisogna pure dimenticare l’importanza della nostra Cattedrale riguardo l’arte musicale, anche questa voluta sia dalla Chiesa come dalle autorità civili dell’epoca. Ne sono testimonianza i grandi Corali attualmente conservati nel Museo diocesano riproducendo quel canto gregoriano che per secoli ha accompagnato le celebrazioni liturgiche fino ai nostri giorni. Voglio ricordare il nostro importante maestro don Ettore Ravegnani (1870-1959) che nel secolo scorso pubblicò un “Metodo di canto gregoriano” che segnò una svolta importante nell’insegnamento di questo canto in tanti seminari italiani e non solo. Il nostro Duomo poi ha potuto conoscere grandi musicisti che nei secoli hanno dato lustro alla nostra città come luogo di altissima arte musicale: Josquin Desprez, Adrian Willaert, Luzzasco Luzzaschi, maestro del grande Girolamo Frescobaldi…
Ancora colpita dal terremoto ultimo del 2012, ora finalmente è stata riaperta, pur continuando ad essere segnata da questa ferita… Tuttavia la nostra città può riscoprire alcuni tesori dell’antico Duomo finora sconosciuti, e riprendere quelle celebrazioni liturgiche che la rendono insieme mistero della Chiesa popolo di Dio in cammino nella storia che guarda verso il futuro con gioia e speranza.
Pubblicato sulla “Voce” del 29 marzo 2024
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