La mattina di domenica 23 marzo, alle ore 2.20, è tornato alla Casa del Padre Raffaele Lucci, 102 anni, pediatra per 12 anni all’Istituto provinciale per l’infanzia e poi Direttore provinciale dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Appassionato di arte e storia e divulgatore, ha tenuto diverse conferenze: l’ultima, lo scorso 24 ottobre al Cinema S.Spirito presentando il suo documentario su Leonardo Da Vinci pittore. Dal 1998 vedovo della moglie Anna, Lucci lascia tre figli (Paola, Maria Teresa e Roberto), sei nipoti e sette pronipoti. I funerali sono in programma sabato 29 marzo alle 10 a S. M. in Vado a Ferrara.

Nato il 4 maggio 1922 insieme al fratello gemello Mario, in via Scandiana di fronte all’ingresso laterale della Basilica di S. Maria in Vado, figlio di Giuseppe e Aldina, ottavo/nono di dieci figli, si iscriverà al Regio Liceo Classico Ariosto. Lucci eravamo andato a trovarlo 3 anni fa, in occasione dei suoi 100 anni, nella casa di via Scandiana. Tanti i ricordi che allora emersero (v. “La Voce” del 6 maggio 2022). A proposito del fascismo ricordava ad esempio i due cugini Tullio e Vittorio Ravenna, che dal novembre 1938 non si presentarono più a scuola: «Per noi vedere il banco vuoto è stato un grande dolore, e silenziosamente qualcuno di noi ha pianto. E quel banco è rimasto vuoto». Vittorio morì nel campo di Auschwitz.

Nel ’41 Raffaele conclude il Liceo, per due anni frequenta Ingegneria ma nel ’43 viene chiamato alle armi e assegnato a Firenze. Un tremendo ricordo legato a questa città f quello dell’esecuzione di tre giovani partigiani, a cui fu obbligato ad assistere. Arriverà il 25 aprile del ’45, il ritorno a casa, «dove però trovai 3 metri di macerie. Due bombe, infatti, l’avevano colpita, e altre nelle case attigue, una vicina a S. M. in Vado». Si iscrive poi a Medicina e Chirurgia, dove si laurea nel ‘50 e inizia la specializzazione in Pediatria all’Università di Padova.

Nel gennaio ’51, pochi mesi prima di sposare Anna, viene assunto come assistente all’Istituto in via Savonarola 15. «Già dal primo anno il prof. Ortolani mi affida il reparto per i bambini malati di tubercolosi. I malati a Ferrara arrivavano dalla città, da ogni parte della provincia, dal Polesine e dalla Bassa Lombardia. Riuscimmo a salvarne molti grazie a questo nuovo antibiotico dagli USA». Quello di via Savonarola era allora l’unico reparto pediatrico della provincia, e fu il primo in Italia che insieme al bambino ricoverava anche la mamma, per un’intuizione dello stesso Lucci. In seguito divenne Direttore della sede provinciale del Centro Studi della talassemia e nel ’63 della sede provinciale dell’ONMI in via Contrada della Rosa. Di questa esperienza ricordava la sua battaglia per l’allattamento al seno.

Altri ricordi erano legati alla vaccinazione contro la poliomelite, «che registrò un’adesione molto alta», e al suo impegno per le adozioni, dopo che nel ’67 fu promulgata la “Legge sull’adozione speciale”. Negli 8 anni successivi portò a termine ben 150 adozioni. Per questo, fu nominato Giudice Onorario del Tribunale dei minori di Bologna, e alla fine del ’68 fu insignito dell’attestato di Cavaliere dell’ordine al merito.

Foto: Raffaele Lucci nella sua casa di via Scandiana, maggio 2022 (foto Musacci)

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 28 marzo 2025

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