Le attività sportive possono rappresentare un importante motore di rigenerazione urbana. Ecco come
di Simone Azzolini
Il ruolo dello sport è di grande rilievo per lo sviluppo e il benessere di una città, in particolare per centri urbani di dimensioni medie come Ferrara. Fare sport in città può essere complesso, se non si sviluppano spazi pubblici attrezzati ed efficienti che possano essere anche luoghi di ritrovo e socialità. È il caso del modello dello “sport urbanism”. I benefici fisici e mentali del fare sport sono noti, ma negli ultimi anni è stata posta attenzione anche sull’utilità sociale della pratica sportiva. Prima di tutto lo sport svolge un ruolo importante nella formazione, nello sviluppo e nell’educazione, non solo dei bambini: rispetto degli avversari e delle regole, allenamenti costanti, voglia di migliorarsi sempre sono elementi fondamentali. Lo sport ha anche la capacità di tessere relazioni. La capillarità di associazioni sportive sul territorio, che vanno valorizzate e non ostacolate, assicura lo sviluppo di relazioni anche dove il tessuto sociale è più sfilacciato, nei quartieri più fragili, o nelle cosiddette “aree interne”, in cui inclusione e cura possono fare la differenza.
Oggi fare “sport urbanism” significa implementare la pratica sportiva nelle aree urbane, in spazi pubblici e all’aperto accessibili a tutti. In Italia quasi una persona su due pratica sport all’aperto. Questo interesse è contrapposto alla scarsità di spazi attrezzati a disposizione. Dare nuova vita a spazi pubblici urbani attraverso lo sport significa rendere un’area o anche un intero quartiere più vivibile, creando isole di socialità. Per questo lo “sport urbanism” è una delle modalità più utilizzate anche per fare rigenerazione urbana. Il carattere pubblico dello “sport urbanism” garantisce l’accessibilità a chiunque voglia praticare uno sport. Viene espressa grande richiesta anche per discipline considerate di nicchia, come l’arrampicata, che faticano a trovare attrezzature adeguate negli spazi pubblici. Un primissimo livello è la possibilità di organizzare eventi o attività sportive. Si tratta di momenti in cui la comunità si riunisce e crea connessioni, ma anche una possibilità di mettere in moto circoli virtuosi per il tessuto economico. Per facilitare queste occasioni, oltre che un utilizzo quotidiano, si possono riqualificare, o creare ex novo, spazi sportivi e sociali, con modalità innovative. L’innovazione può consistere nell’uso di attrezzature all’avanguardia, ma non solo. Sono importanti anche attività più semplici, come l’inserimento di attrezzi “base” o perfino la sola colorazione delle superfici, oppure un insieme di una o più delle attività esposte. L’uso creativo del rivestimento colorato non migliora solo l’estetica di un luogo, ma serve a creare il cosiddetto “place keeping”, a rendere palese che certi spazi possono essere usati in maniera consona alla loro destinazione, un modo per unire bellezza e sostenibilità.
I progetti di “sport urbanism” hanno il pregio di poter unire altre funzioni all’interno di un unico spazio: aggiungendo qualche arredo diventano luoghi di aggregazione non necessariamente legati alla sola pratica sportiva e possono interessare un target intergenerazionale. È possibile arricchire l’area con alberi e vegetazione, creando piccole oasi di benessere in città trafficate. Con lo “sport urbanism” finanziato dalle aziende si genera un innovativo modello in cui il brand coinvolto nel progetto di rigenerazione urbana beneficia in termini di visibilità e di posizionamento di marca e la città ha ricadute positive per gli abitanti. Ci sono già diversi esempi di “sport urbanism”; ad esempio, Armani Exchange ha finanziato la riqualificazione di 5 campetti da basket pubblici a Milano, con l’obiettivo di rendere gli sport “di strada” accessibili a tutti. Samsung, invece, ha realizzato una “palestra” per il fitness all’interno dei Giardini Pubblici Montanelli a Milano: attrezzatura di design che può essere usata da chiunque, circondati dal verde, e guidati via app negli esercizi. A Roma, IGT ha supportato la trasformazione del Casilino Sky Park, da tetto di un parcheggio a parco sopraelevato, in cui lo sport è protagonista. Campi sportivi di calcetto, basket, padel e skateboard, tutti valorizzati con opere di arte urbana.
L’idea potrebbe essere quella di sviluppare anche a Ferrara, adattandoli alle esigenze locali, progetti di questo tipo, ma occorre piena sinergia e volontà di collaborazione tra tutti gli attori coinvolti: istituzioni locali, aziende, società sportive, associazioni di rappresentanza delle diverse discipline sportive. Sono contributi che possono dimostrare quanto solo i progetti condivisi oggi siano capaci di agire come attori sociali, facendosi portatori dei valori di sostenibilità, benessere e cura delle comunità.
Pubblicato sulla “Voce” del 22 settembre 2023
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