8xmille alla Chiesa Cattolica, una firma che fa bene: ecco le sale parrocchiali di Pontelagoscuro, cuore della comunità. Dopo quasi 25 anni dalla loro costruzione, siamo andati a vedere come vengono utilizzate dalla parrocchia e dall’intero paese

A cura di Andrea Musacci

Un ambiente non è mai solo uno spazio da riempire, dove accumulare oggetti ed esperienze. È la rappresentazione plastica dell’anima di una comunità. A maggior ragione se questo luogo è il cuore delle attività di una parrocchia come quella di Pontelagoscuro.

È passato quasi un quarto di secolo da quando la comunità parrocchiale di “Ponte” ha inaugurato i nuovi spazi realizzati grazie al contributo 8xmille alla Chiesa Cattolica. Luoghi vivi per dare carne e sangue, ogni giorno, alle parole di verità e bellezza che la nostra fede ci insegna. Così, l’edificio parrocchiale si è allargato con la costruzione di una grande sala parrocchiale (“il salone”) che copre l’intero lato destro dell’edificio, di una cucina, di alcune salette per il catechismo, per riunioni, per i giovani che si ritrovano (per giocare a biliardino o chiacchierare), oltre a uffici e a una cappella invernale sul lato della chiesa. Luoghi fondamentali laddove un tempo era solo asfalto, una parte del grande piazzale attorno la chiesa dedicata nel 1958.

Con la ridefinizione della geografia diocesana, negli ultimi anni sono nate, e ancora nascono, nuove Unità Pastorali. Una di queste unisce Pontelagoscuro alle vicine Barco e Casaglia. Un pezzo importante della periferia cittadina, vicina al Petrolchimico, che da anni vede aumentare sempre più la presenza di persone immigrate. La parrocchia, quindi, nel tempo ha cercato di ripensare la propria missione alla luce delle trasformazioni sociali e demografiche.

«Nel 1987 sono arrivato qui come cappellano», ci spiega don Silvano Bedin, parroco dal ’97 (e ora Amministratore parrocchiale anche di Barco e Casaglia): «abbiamo fatto realizzare il campetto polivalente e una saletta». Ma il sogno dell’allora parroco don Giuseppe Chiarini (parroco dal ’68 al ’97, ndr) era di avere una grande sala che potesse rispondere alle esigenze di una comunità importante. Ai tempi venivano utilizzati l’asilo e una saletta. Fu così che circa 700 milioni di lire dell’8xmille vennero investiti in questo progetto.

Nel salone (intitolato proprio a don Chiarini) si svolgono cene, feste, riunioni, incontri, lezioni di catechismo. Ed è usato anche dalle altre associazioni del paese, o a giugno come ristorante della Sagra del paese. Sempre alla fine degli anni ’90, a Pontelagoscuro nasce il Comitato “Vivere Insieme”, formato oltre che dalla parrocchia, da associazioni di vario tipo del paese, dalla scuola e dai rappresentanti della Circoscrizione. Un vero e proprio strumento per far crescere e unire tutte le anime di Ponte. Il Comitato, tra le varie iniziative organizza anche feste e ricorrenze, come la Festa di Santa Teresa, il Carnevale dei bambini, il 1° maggio. E il salone della parrocchia non di rado ne ospita le riunioni, dimostrando così di essere non solo il cuore della parrocchia, ma dell’intero paese. Davvero la casa di tutti.

MEMORIA DA CUSTODIRE…

E a proposito di casa e di bisogno di radicamento, don Silvano ci parla anche di uno dei quartieri del paese, Pontevecchio, la zona più antica, appunto, distrutta dalle bombe durante la seconda guerra mondiale. «A Pontevecchio sono pochissimi i vecchi paesani rimasti, e anche lì ci sono molti stranieri, persone con un’identità diversa. Anche per questo – continua il parroco -, il nostro Comitato paesano cerca di portare a termine tante iniziative utili per conservare la memoria della nostra comunità», come ad esempio, l’audioguida realizzata da alcune classi dell’Istituto Comprensivo “Cosmè Tura” dedicata proprio a Pontevecchio.

La crisi della partecipazione alla vita della parrocchia segna purtroppo anche la comunità di Pontelagoscuro. Sono 40 i bambini che quest’anno hanno fatto la Cresima, e 30 quelli che hanno fatto la Comunione. Quest’ultimi negli ultimi anni erano 40. Un calo importante, quindi. E quest’anno a Barco ci sono state solo 6 cresime su 4mila abitanti. Gli altri bambini sono perlopiù stranieri, quindi prevalentemente non cattolici.

…AVVENIRE DA INTERPRETARE

Nelle case popolari, infatti, abitano sempre più extracomunitari, soprattutto nigeriani e marocchini. La piazza, quando mi avvicino alla parrocchia, è brulicante di bambini e ragazzi, italiani e non, che giocano, anziani, famiglie che si ritrovano per fare due chiacchiere. È l’immagine di un’integrazione non sempre facile ma che nonostante tutto va avanti. «Cerchiamo di organizzare diverse iniziative per integrare i tanti stranieri», ci spiega ancora don Bedin: «ad esempio nel salone organizziamo, a fine sagra, la serata interetnica, con cena e spettacolo».

Inoltre, ogni domenica alle 12.30 il vicario parrocchiale di Barco, don Modestus Chukwuma Oyewuneyi, nigeriano, celebra la S. Messa per la comunità nigeriana: una Messa lunga e particolarmente vivace, con molta musica che non sempre è apprezzata dai vicini, soprattutto anziani. Ma, come dicevamo, sono piccole, forse inevitabili, incomprensioni. La realtà vera è che, ad esempio, appena un mese fa sono stati battezzati assieme tre bambini della locale comunità nigeriana. Un piccolo, grande segno di speranza per tutti.

 

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COME FIMARE? ECCO TUTTE LE INDICAZIONI

Chi può firmare?

Coloro che possiedono solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CU e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Come scegliere?

Utilizzare l’apposita scheda allegata al modello CU e: nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”, facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta.

Firmare anche nello spazio “Firma” posto in basso nella scheda.

 

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LUOGO DI CARITÀ E DI SVAGO PER I GIOVANI E LE ASSOCIAZIONI

La comunità ecclesiale di Pontelagoscuro svolge per la comunità un servizio integrale in diversi ambiti anche tramite le proprie associazioni.

LA CARITAS PER LE FAMIGLIE POVERE 

Attiva a Ponte dal 1997, ha la propria sede proprio nel grande salone costruito coi fondi dell’8xmille. Il martedì, il mercoledì e il giovedì 15 volontari si ritrovano: i primi due giorni per ricevere e organizzare il materiale offerto dalla comunità (oltre che dal Banco Alimentare e dalle Coop Le Mura) e per preparare quindi i pacchi da distribuire, il giovedì mattina, alle famiglie povere, a pensionati o persone che hanno perso il lavoro. 

Nell’atrio del salone, invece, vengono distribuiti i capi d’abbigliamento (indumenti per donna, uomo e bambino) e oggetti per la casa. «Normalmente distribuiamo i pacchi viveri a 150 famiglie – ci spiega don Bedin -, ma di iscritte ne abbiamo 220». Sono nuclei familiari di Pontelagoscuro, Barco, Doro, Casaglia e Francolino, spesso slavi, marocchini, pakistani. Ma non mancano gli italiani, che anzi sono in aumento. 

«Prima dell’emergenza Covid – ci spiegava don Bedin – aiutavamo circa 75 famiglie provenienti da Pontelagoscuro, Francolino, Barco, il Doro e Mizzana. All’inizio del blocco a fine febbraio 2020, si è visto un calo di presenze, ma da maggio 2020 si è verificata una continua crescita, arrivando, sempre nel corso del 2020, a circa 120 nuclei familiari».

AZIONE CATTOLICA: FORMAZIONE AL CENTRO

Una presenza storica in parrocchia, e imprescindibile, è quella dell’Azione Cattolica. Francesco Ferrari ci spiega come anch’essa ora raccolga le AC di Pontelagoscuro, Barco e Casaglia, in tutto 29 tesserati che si ritrovano una-due volte al mese in una delle salette parrocchiali per incontri di formazione. 

I tesserati AC, inoltre, aiutano anche nei campi estivi ACR e Giovanissimi, ad esempio cucinando per i ragazzi. 

AZIONE CATTOLICA RAGAZZI, PRESENZA COSTANTE

Un buono stato di salute vive l’ACR, anch’essa unita a quella di Barco. 

Un’educatrice, Irene Scarpante, ha l’autentico spirito acierrino: «la nostra ACR – ci spiega – sta andando molto bene. Io seguo soprattutto il gruppo che comprende la quarta elementare, la quinta elementare e la prima media». Poi c’è il gruppo dei più piccoli, quello di seconda e terza media, e quello dei giovanissimi. 

«Ogni sabato col mio gruppo di ACR ci troviamo nel salone, nelle salette, nel campetto o nello spiazzo antistante la chiesa», prosegue Irene. «Solitamente partecipano una decina di ragazzi, in crescita rispetto agli anni scorsi. Quelli di seconda e terza media sono in numero ancora maggiore». Il sabato si svolge così, dalle 15 alle 17: giochi introduttivi, poi attività su un tema sempre diverso (il mese del “Ciao”, l’Avvento, il Mese della Pace, Carnevale e Pasqua), e altri giochi ancora.

E poi ci sono i campi estivi in montagna, a Forno di Zoldo, molto partecipati: il gruppo di Irene vede 25 ragazzi iscritti per il turno dal 4 al 14 luglio prossimi, mentre 39 saranno quelli di seconda e terza media nel turno successivo.

SOCIETÀ DI SAN VINCENZO DE’ PAOLI: VICINANZA SPIRITUALE E MATERIALE DA OLTRE UN SECOLO

Tutti i lunedì in una delle salette parrocchiali si radunano le consorelle (e un confratello) della Società di San Vincenzo de’ Paoli. Otto persone che fanno del servizio, innanzitutto spirituale, ai più fragili, una ragione fondamentale della loro esistenza: Rosalba Pedroni, presidente, da 42 anni nella San Vincenzo; Luciana Bellini Marcialis, 94 anni, segretaria, di fiere origini comacchiesi, in S. Vincenzo da un quarto di secolo; Cristina Tiozzo (tesoriera), Delfina Finetti, Cecilia Scaglioni, Nirvana Paolozzi, Carmen Sacchetto. E Fausto Fratini, unico uomo.

A Pontelagoscuro la San Vincenzo è nata 102 anni fa grazie all’allora parroco don Vincenzo Zanaboni. Dopo l’interruzione negli anni della seconda guerra mondiale, la sua attività riprese nell’immediato dopoguerra soprattutto con la preparazione dei pasti per le persone e le famiglie bisognose. Uno spirito di carità mai venuto meno: oggi la San Vincenzo aiuta famiglie – italiane e non, anche rom – in difficoltà col pagamento dell’affitto o delle bollette, oltre a sostenere la famiglia Fakoori (Sorhab, sua moglie Hamida e la loro figlia Helen), fuggita dall’Afghanistan e in Italia da 9 mesi. Un aiuto economico lo dà anche a don Johnson Jada Kalisto (ogni volontaria si autotassa), sacerdote del Sud Sudan che aveva trascorso i 6 anni di formazione proprio a Ponte, per poi tornare nel proprio Paese.

Per fare tutto ciò, la Società si rivolge all’intera comunità: durante le domeniche di Quaresima, ad esempio, le volontarie sono davanti alla chiesa per raccogliere offerte, e organizzano un piccolo mercatino con lavori manuali e oggettistica varia. Ogni anno, poi, partecipano come volontarie alla “Colletta Alimentare”.

Ma l’intento è sempre quello di unire fede, spiritualità e operosità. Per questo, le volontarie visitano a casa i malati, li accompagnano, in caso di bisogno, in ospedale, a Natale e Pasqua li visitano nelle case di riposo e nelle case-famiglia, anche della città, portando loro la colomba o il panettone.

E ogni anno visitano tutti gli ultra 80enni per il loro compleanno, portando loro un biglietto di auguri e un regalo. Da poco, una signora ha compiuto 102 anni. «Quest’anno – ci spiega la presidente – abbiamo 500 compleanni di ultra 80enni e 4 nuovi centenari» (un uomo e tre donne).

Nel mese di novembre, poi, fanno celebrare una S. Messa in ricordo dei defunti, durante la Sagra di San Giovanni a giugno organizzano gli anniversari di matrimonio, e a Natale e Pasqua fanno celebrare una S. Messa seguita da un incontro conviviale con gli anziani in parrocchia: pizza e cioccolata calda per tutti (tè con torte a Pasqua) e tombolata. 

Le volontarie della San Vincenzo sono vicine alle persone anche nel lutto: ogni 2 novembre con una piccola offerta è disponibile “Il fiore della carità”, un cartoncino da appendere sulla tomba dei propri cari. E fanno visita alle famiglie che perdono un loro caro, oltre a recitare il Santo Rosario prima di ogni funerale.

«La nostra – ci spiegano – è quindi una carità soprattutto spirituale, per la vocazione della nostra Associazione, ma anche materiale. Non è una carità spicciola ma dentro un vero cammino spirituale. Anche per questa vicinanza – prosegue don Silvano -, qui in paese abbiamo pochissimi funerali laici».

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I MINISTRI PRESENTI IN PARROCCHIA

Diacono: Gianluca Maragno.

Accoliti: Antonio Parroni.

Cristiano Catozzi (dal 4 giugno 2023).

Ministri straordinario dell’Eucarestia:

Antonella Aiello.

Rosalba Pedroni.

 

Articolo pubblicato su “La Voce” del 30 giugno 2023

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