Riqualificazione del territorio lungo il Po di Volano: il progetto del CDS col prof. Scandurra e studenti/esse di UniFe
Si è concluso il 28 gennaio nella Casa Operaia di Denore il percorso intrapreso dagli studenti del 1° anno del Corso di Laurea per Manager degli Itinerari Culturali, con la docenza di Giuseppe Scandurra e il tutoraggio di soci/e CDS Ferrara (Centro Ricerche Documentazione Studi E conomicoSociali), avente come oggetto di ricerca il territorio lungo il Po di Volano compreso fra Viconovo e Parasacco, sulla riva destra, e Fossalta e Sabbioncello San Vittore sulla riva sinistra. L’esame finale è avvenuto, appunto, con la restituzione in pubblico del lavoro di ricerca “In viaggio lungo il Volano”.
L’iniziativa, aperta alla partecipazione di chiunque fosse interessato all’ascolto ed all’eventuale confronto, inizia con il capitolo sulle Case Operaie nel corso del ‘900, come hanno influenzato il territorio del Po di Volano a livello sociale e quale futuro è loro riservato. Una presenza sorta negli ultimi anni dell’800 a livello europeo, che ha rappresentato non solo un luogo di ritrovo per operai, nella nostra realtà soprattutto agricoli, ma ha giocato un ruolo di sostegno e soccorso in caso di bisogno, distribuzione equa delle giornate lavorative, scolarizzazione. Si prosegue con l’analisi della vita delle comunità: come è cambiata la loro vita, considerato lo spopolamento, le criticità del territorio e l’impatto che questo ha sul turismo, i punti di forza e quelli di debolezza.Si affronta successivamente l’argomento delle pratiche e tradizioni caratterizzanti i territori rurali e come si sono conservate o perse nel corso degli anni, studiando e proponendo varie forme di possibili itinerari.
Ci si è chiesto come dar voce e comunicare il patrimonio storico e culturale presente nelle località oggetto della ricerca, muto ed ancora sconosciuto a tanti.
Si analizza poi il tema del turismo sostenibile, con alcune proposte: fare rete, valorizzare il paesaggio naturale incentrato sul Po di Volano e architettonico (chiese, ville e UNESCO), inserire queste zone in percorsi più conosciuti, incentivare la partecipazione attiva da parte dei residenti creando opportunità di lavoro, migliorare la comunicazione e la promozione.
Il tutto è stato collegato ad una realtà più ampia e oggi oggetto di dibattito da parte del prof. Scandurra: i tanti luoghi e immobili, patrimonio pubblico, in stato di semiabbandono e inutilizzati, da riqualificare per pervenire ad una loro rigenerazione in attivatori di socialità ed economie, o comunque resi fruibili per la comunità, idonei a trascorrere tempo libero ed incontrarsi senza essere obbligati ad un acquisto; ridare centralità a territori che vanno sempre più perdendo attrattiva, con il conseguente rischio di abbandono di intere aree del Paese causato da collegamenti disagevoli, carenza di servizi ed opportunità di lavoro; di contro, il fenomeno di eccesso di presenze turistiche in alcune mete e per limitati periodi dell’anno, la richiesta di maggiori e migliori opportunità abitative nelle città richiamo di lavoratori e studenti, periferie non sempre in grado di garantire un dignitoso stile di vita; l’ambiente e la sua cura, da vivere e percorrere in maniera sostenibile per riavvicinarsi a modalità più rispettose di questo bene comune, unico, per contribuire a mitigare gli effetti dell’eccessivo riscaldamento e del conseguente cambiamento climatico.
A maggior ragione nella Provincia di Ferrara, luogo “piatto” e senza ostacoli naturali che non siano fossi o canali, che vede fra i maggiori pericoli quello dello spopolamento e della desertificazione che possono aprire la porta alla considerazione del territorio semplicemente come “spazio” da destinare a qualsiasi impiego. Un’eventualità tutt’altro che remota, come hanno ricordato altri due interventi da parte dei presenti: l’attuazione in zona di progetti che aumentano il consumo di suolo con insediamento di impianti industriali in aree agricole determinando un incremento del traffico pesante su una rete stradale già fragile (impianti Biomentano e Biogas), lo sconcio operato sul verde spontaneo con abbattimento di alberi, distruzione di luoghi pubblici all’aperto da sempre punti di aggregazione per anziani e bambini, fruibili da pescatori e da chiunque volesse fare una passeggiata o un giro in bicicletta in strade a disposizione del solo traffico locale, trasformazione di un fiume a canale per creare una improbabile modalità alternativa di trasporto merci (Idrovia ferrarese), abbattimento del ponte a Final di Rero sorto assieme alla strada Rossonia quasi cento anni fa, particolare ed iconico anche in ragione di “Tresigallo Città Metafisica”.
E da queste considerazioni è sorta una provocazione: la proposta di un percorso “turistico” fra le brutture presenti nel territorio, conseguenza della dissennata attività umana.
I contenuti delle cinque ricerche e la presentazione finale saranno pubblicati su “Quaderni Ferraresi” di CDS e resi disponibili a tutti.
CDS Ferrara
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 7 febbraio 2025
(Foto: i partecipanti al progetto)