Nasce la “Fondazione Palio Città di Ferrara in memoria di Guido Angelo Facchini e di Nino Franco Visentini”. A fine anni ’60 “La Voce” ospitò 14 articoli di Visentini e altri, decisivi per riaprire il dibattito dopo la damnatio memoriae del dopoguerra
di Francesco Paparella
Al termine di una lunghissima seduta del Consiglio Comunale, lunedì 27 novembre, con voto unanime di maggioranza e opposizione (unica astensione quella dei Cinque Stelle) il Comune ha approvato la partecipazione alla trasformazione dell’Ente Palio in “Fondazione Palio Città di Ferrara in memoria di Guido Angelo Facchini e di Nino Franco Visentini”. Per volontà unanime del Consiglio si è anche voluto aggiungere il ricordo di Visentini, Consigliere comunale della DC degli anni ’60 che aveva tenacemente ottenuto la ripartenza del Palio dopo la sua interruzione a seguito del conflitto mondiale, prodigandosi in una vera e propria rifondazione.
All’emendamento del PD, la Giunta ha provveduto con altro emendamento volto a reinserire nell’intitolazione della Fondazione il titolo onorifico previsto dall’art. 18 del Testo unico degli enti locali, di “Città” di Ferrara. Il testo originario dello Statuto della Fondazione presentato in Consiglio e votato in Commissione, citava già al suo interno i nomi di Nives Casati e di Visentini ai quali era stato da tempo riconosciuto un premio che veniva annualmente consegnato durante la manifestazione in Piazza Ariostea e poneva rimedio all’oblio sulla figura di Guido Angelo Facchini, la cui unica colpa era quella di aver operato tra le due guerre. Colpa che le prime Giunte Comunali del dopoguerra avevano addossato anche all’intera manifestazione.
Entro l’anno, presso la sede del Comune, il Notaio Marco Maltoni di Forlì stipulerà la trasformazione dell’Ente Palio in Fondazione e contestualmente il Comune di Ferrara entrerà a far parte della Fondazione unitamente alla rappresentante della famiglia di Guido Angelo Facchini che ha voluto sostenere, anche economicamente, la Fondazione e che ha accolto con soddisfazione l’affiancamento nel ricordo a Nino Franco Visentini.
Si completa così la lunga storia della rifondazione del Palio ferrarese dai primi, difficoltosi e contrastati tentativi che vedevano uniti non pochi, ma soprattutto, tenacissimi ed entusiasti sostenitori dell’idea.
Con l’Unità d’Italia a Ferrara il Palio fu abbandonato per vari motivi: economici e storici, per rimarcare ulteriormente lo stacco dalla lunghissima presenza del potere temporale dei Papi e dalla presenza non sempre molto lungimirante ed illuminata dei Legati pontifici.
E così la storia si ripetè anche con la fine della seconda guerra mondiale quando il Comune di Ferrara vendette a Lisbona, con una contestatissima procedura con strascichi anche legali, tutto il patrimonio di «costumi, arredamenti e quant’altro costituenti il Palio di San Giorgio», come recita l’atto di vendita con scrittura privata a firma del Sindaco Giovanni Buzzoni del 5 aprile 1947. Il primo tentativo di vendita era stato annullato dalla Prefettura e contestato dall’Ente Provinciale del Turismo di Ferrara che rivendicava la proprietà di parte del corredo che, nel suo complesso, contava circa 350 costumi realizzati dalla sublime mano di Nives Comes Casati.
La precisa volontà dell’epoca era di girare pagina rispetto al ventennio precedente, facendo calare una sorta di damnatio memoriae su tutto quel periodo e nella quale ricadeva – senza colpe – il Palio e ciò che poteva anche solo in parte ricordarlo, come il patrimonio di costumi e tutti i personaggi che la ricrearono ed animarono, in primis il c.d. “papà del Palio” Guido Angelo Facchini.
E fu con una sorta di ideale passaggio del testimone fra lui e Nino Franco Visentini, dipendente statale e consigliere DC del Comune di Ferrara, che si riprende con vigore il tentativo di recuperare la sua lunga storia.
È lui il vero artefice della rinascita del Palio della fine degli anni ’60, con tutto il Comitato “Este Viva”. Una lunga operazione che ha come fulcro e vera e propria cassa di risonanza “La Voce Cattolica”, che diventerà “La Voce di Ferrara-Comacchio”. Già agli inizi degli anni ’50 Facchini aveva ripreso ad inviare articoli ai quotidiani locali (1953 e 1957) ricordando l’importanza del Palio per la città e come possibile attrattiva turistica.
Nella lettera del dicembre ’67, gentilmente messa a disposizione da Paolo Felloni, è lo stesso Nino Franco Visentini che scrive a Facchini per dire che «ho terminato la battaglia Pro-Palio di Ferrara, con i sette articoli apparsi su la Voce cattolica. Ho terminato inoltre il volumetto “Il Palio di Ferrara”, dove a pagina n. 56 così scrivo: Guido Angelo Facchini, nel 1933, ha saputo far riemergere la bella e cara tradizione del Palio …<omissis>… meritandosi l’appellativo di -primo papà- del Palio di San Giorgio».
È in questa sorta di successione ereditaria che Visentini assume il ruolo fondamentale di padre del Palio contemporaneo capace di superare l’ostilità degli Enti Locali, pubblicando, ospite di questa testata, tra il 23 aprile del 1967 in occasione della festa di S. Giorgio e il luglio del 1968 ben 14 articoli prevalentemente suoi, ma anche di Valentino Pesci, Mario Tasselli e Giorgio Longhi.
Nel dopoguerra Provincia e Comune passarono da una aperta ostilità verso il Palio, ad una memoria selettiva che tentasse di dimenticare le origini della manifestazione degli anni ‘30. Si ricorda addirittura una pubblicazione de “il Palio” che fu, negli anni ’80, ritirata e sostituita in quanto conteneva un articolo di Angela Ghinato che ricostruiva la storia de «la rinascita degli anni Trenta» e citava i protagonisti del tempo fra cui Guido Angelo Facchini.
Visentini allora trovò ospitalità presso “La Voce Cattolica” diretta da mons. Cenacchi per dare parola a chi desiderava la rinascita del Palio, radicandola nelle parrocchie, proseguendo anche in questo, l’intuizione e lo spirito di Facchini, ma dandone una spiccata caratterizzazione di evento popolare, dalla forte valenza sociale, aggregativa e di trasversale impegno che coinvolge generazioni diverse. In questo è l’intuizione forte di Visentini, che permetterà al Palio di radicarsi, strutturarsi e crescere anche nell’iniziale ostilità o disinteresse degli amministratori pubblici.
Questa seconda e meravigliosa nascita sarà ricordata nel 2024 quale II° appuntamento del “Palio è Ferrara” e avrà al centro Visentini e i componenti il “Comitato Este Viva” ai quali dobbiamo un enorme tributo per la caparbietà e lungimiranza che li caratterizzarono.
Fu solo con la metà degli anni ’90 e con l’apertura delle amministrazioni locali a Giunte con l’appoggio degli eredi di una parte della DC (allora nel movimento della Margherita, poi PD) che le Amministrazioni locali iniziano a cambiare atteggiamento nei confronti del Palio, collaborando attivamente con interventi e sostegni sempre più sostanziosi.
Oggi pertanto si può dire concluso questo lungo iter che ha portato il Comune di Ferrara a strutturare il Palio in modo più stabile e giuridicamente definito, fino a creare la Fondazione che accoglierà l’attuale realtà dell’Ente Palio Aps, lo stesso Comune e tutti i privati che vorranno sostenere a vario modo questo mondo, completando anche il ricordo dei personaggi storici principali (Casati, Facchini e Visentini) e di quelli che saranno rievocati nel percorso di approfondimenti storici di “Palio è Ferrara”.
Pubblicato sulla “Voce” dell’8 dicembre 2023
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