Quest’anno ricorrono due importanti date legate a padre Marcello dell’Immacolata (29 novembre 1914 – Ferrara, 13 luglio 1984). Il profilo di questo sacerdote, «preghiera vivente», volto concreto e amico della misericordia divina

di Fabio Regazzoni

Come collaboratore di padre Antonio Sangalli, Responsabile della Cause di Santi della Provincia Lombarda dei Carmelitani scalzi, ho incontrato la figura di padre Marcello dell’Immacolata (Carlo Zucchetti) quando, dopo l’approvazione Ufficiale da parte del Dicastero delle Cause dei Santi, su richiesta della Conferenza Episcopale Emiliana, è stata aperta ufficialmente la fase diocesana della sua Causa di Beatificazione e Canonizzazione. 

TANTO IL MATERIALE RACCOLTO

Ho potuto così visionare tutto il materiale custodito presso il convento di San Girolamo in Ferrara: grandi scatoloni in cui, immediatamente dopo la morte di padre Marcello, i Padri Carmelitani hanno raccolto tutta la documentazione personale della sua vita e del suo ministero, le sue omelie, le sue lettere, le sue lezioni scolastiche, gli atti ufficiali della vita comunitaria, delle nomine vescovili a confessore del Seminario (10 anni) e di molti Istituti Religiosi femminili, e varie testimonianze scritte di coloro che lo hanno conosciuto, frequentato, molto amato e stimato Santo da… altare.

Testimonianze scritte di Vescovi e sacerdoti suoi penitenti, colleghi d’insegnamento, Guide Scout, alunni, confratelli e consorelle dell’Ordine dei carmelitani, semplici casalinghe, professori, medici, religiose degli Istituti ospedalieri o di Collegi educativi presenti in città. 

Ricordi vivissimi, colmi di affetto e nostalgia anche in coloro che, ancora viventi si sono presentati, e hanno giurato sulla Bibbia, per l’interrogatorio prescritto alla presenza di mons. Ennio Apeciti, Delegato arcivescovile e Presidente del Tribunale ecclesiastico diocesano, di don Claudio Vanetti, Promotore di Giustizia e del sottoscritto, in qualità di Notaio attuario.

L’ITER VERSO IL “VENERABILE”

Grazie al compito assegnatomi, ho seguito tutte le fasi del processo diocesano: dall’apertura in data 8 dicembre 2014 fino alla sua chiusura in data 25 settembre 2021, avvenute sempre in Cattedrale. La sessione di apertura è stata presieduta dall’allora Arcivescovo mons. Luigi Negri (+ 31.12.2021), mentre quella di chiusura dall’attuale nostro Arcivescovo, mons. Gian Carlo Perego, alla presenza del Postulatore generale dell’Ordine dei Carmelitani scalzi, padre Marco Chiesa.

Ho firmato e timbrato ognuno dei quasi 4400 fogli dell’inchiesta diocesana che è stata consegnata in 12 faldoni sigillati con ceralacca rossa, al Dicastero delle Cause dei Santi. Dopo alcuni mesi, precisamente in data 22 febbraio 2023, è giunta la risposta affermativa: tutto era ben fatto da un punto di vista giuridico. Il Postulatore, unitamente a un Relatore nominato dal Dicastero, procederà, con l’aiuto di collaboratori, alla stesura della Positio super vita et virtutibus, in cui verranno messi ben in evidenza la vita degna di testimonianza di padre Marcello, l’esercizio eroico delle tre virtù teologali, delle quattro virtù cardinali e dei tre consigli evangelici, unita alla fama di santità tutt’oggi presente. Il volume sarà poi sottoposto all’esame di teologi, vescovi e cardinali che dovranno esprimere un loro parere. Se l’esame risulterà positivo, padre Marcello verrà dichiarato ufficialmente Venerabile, degno di culto nella Chiesa locale e nell’Ordine dei Carmelitani scalzi.

Avendo io stesso giurato, come da prassi, di mantenere il segreto d’ufficio sia sul materiale sia soprattutto sulle testimonianze delle persone interrogate (vescovi, sacerdoti, carmelitani scalzi e carmelitane scalze, religiosi/e, parenti e laici) non posso offrirvi se non una mia personale impressione e convinzione. 

«UN SILENZIO COLMO DI DIO»

Ritengo che la testimonianza sacerdotale e religiosa di padre Marcello sia una di quelle che oggi interpretano la modalità di annunciare il Vangelo tanto cara a papa Francesco: quella della tenerezza e della misericordia. Con semplicità, con coerenza di vita, con la trasparenza di un cuore innamorato di Gesù, padre Marcello ha sempre donato, con sacrificio nascosto, a volte doloroso, ma sempre sereno e gioioso nel volto, la tenerezza e la misericordia del Padre a tutti, tutti, tutti, soprattutto agli ultimi, ai piccoli, agli ammalati, ai poveri, ai peccatori.

Nella breve, ma esaustiva biografia di padre Marcello preparata da padre Antonio Sangalli per i tipi della Velar, il titolo qualifica e definisce con acribia chi era padre Marcello dell’Immacolata: La misericordia in un sorriso. Mi piace riportare qui un passaggio significativo delle pagine 35-36 di questa biografia: può aiutarci a comprendere meglio chi era padre Marcello. 

«Ogni suo sforzo, ogni sua volontà e desiderio hanno un solo fine: “Avere in sé gli stessi sentimenti di Gesù” (cfr Fil 2,5). Essere in Lui, per Lui, come Lui, vero adoratore del Padre, vera ostia sacrificale per la salvezza dei fratelli. In Padre Marcello tutto è rivelazione concreta della bontà, della dolcezza, dell’umiltà e del sorriso di Dio. La sua accoglienza tenera e paterna dei peccatori che vanno a lui è la medesima che Gesù aveva manifestato sulle strade della Palestina. Lui è veramente – per usare un’espressione di una Carmelitana, Santa Elisabetta della Trinità – come il prolungamento dell’umanità di Cristo, al Quale, avendo donato tutto il suo essere, permette di continuare attraverso la sua persona la redenzione degli uomini. Padre Marcello non prega soltanto, è diventato sempre più una preghiera vivente, membro vivo del Corpo del Verbo fatto carne. Nella realtà della Chiesa, Corpo mistico di Cristo, vive in un’interrotta comunione con Dio e irradia lo splendore di questa grazia di comunione su ogni fratello che incontra. 

La definizione che Gesù, suo Maestro, aveva dato di Sé stesso, l’unica che aveva detto di imitare, l’umiltà del cuore che si manifesta nella mitezza, Padre Marcello l’ha vissuta da convinto discepolo ed è, a detta di tutti, la “grazia” che gli attira anche i cuori più induriti e lontani da Dio. 

Colpisce il senso di comunione con Dio che dà a quanti, entrando in San Girolamo, lo trovano a passare rapido e silenzioso, a riordinare qualcosa. Sembra, il suo, un silenzio pieno di qualcosa di molto bello. Noi oggi possiamo scrivere un silenzio colmo di Dio».

“SORRISO DI DIO”

Sì, veramente padre Marcello, Sacerdote carmelitano scalzo, innamorato di Maria Madre della Misericordia, sta interamente in questa definizione. In moltissime situazioni di sofferenza, disagio e pianto, è stato un raggio di sole, un arcobaleno, che la Scrittura, dopo l’episodio del diluvio, definisce “sorriso di Dio”. Anche il suo morire – dopo due mesi di grande sofferenza in un letto dell’Arcispedale Sant’Anna, in seguito ad una caduta dovuta alla sollecitudine di rispondere ad una chiamata notturna per portare i sacramenti ad una morente – è stato un gesto d’amore e di misericordia. Come Maria che “in fretta” saliva la montagna verso la cugina Elisabetta per portarle Gesù che già era vivo nel suo grembo, anche padre Marcello scendeva di corsa la scala per portare Gesù, Pane di Vita vera, ad una sorella morente. Il suo Signore l’ha portato attraverso questa circostanza sul Monte della Passione e della Gloria. «Gli ultimi tempi non parlava più, la piaga di decubito era così profonda che sulla schiena, nel cambiargli posizione, si vedevano le vertebre della colonna» … Eppure, all’Arcivescovo, all’Emerito suo penitente, ai figli spirituali, sacerdoti e laici che lo vedevano al di là del vetro della terapia intensiva, padre Marcello sorrideva ancora. Di un sorriso non più suo, ma di quello del Servo sofferente che, vivo e presente in lui, portava a compimento nella carne del frate più amato di Ferrara la sua passione e morte per la santità della Chiesa sua Sposa.

Pubblicato sulla “Voce” del 28 giugno 2024

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