Il 13 ottobre a Casa Cini un’importante conferenza con mons. Toso (Vescovo di Faenza-Modigliana) e mons. Perego. Per rispondere alla domanda: dov’è lo sviluppo umano?
di padre Augusto Chendi*
In una società digitale e multiculturale, caratterizzata da grande fermento nel dibattito accademico e pubblico sul possibile rinnovamento del sistema economico, ha ancora senso parlare di umanesimo ispirato dai valori cristiani?
È indubbio che si rende necessario e urgente ripensare il sistema economico, e in questo sforzo non si può prescindere dal mettere in evidenza pregi e limiti del sistema attuale, anche nella sua dimensione politica, gli esiti della quale necessariamente si ripercuotono in un rinnovato assetto sociale ed economico. Al riguardo, per tentare di offrire delle risposte di visione alle grandi sfide dell’umanità, quali ad esempio il riscaldamento globale, la riduzione delle diseguaglianze e l’incremento del benessere delle persone, correlato questo alla riduzione dei flussi migratori e al contenimento della fame nelle aree più povere del mondo…, occorre anzitutto ripensare a un nuovo modello di relazione e interscambio socio-culturale-economico tra le persone.
Prendendo spunto da quanto proposto dalla Chiesa in merito ad un nuovo umanesimo o ad un umanesimo integrale, avvalorato anche dal più recente Magistero in ambito socio-economico di Benedetto XVI e di Papa Francesco, emerge che la realizzazione della persona si compie con pienezza solo laddove tutte le sue dimensioni sono rispettate: senza dubbio il miglioramento delle sue condizioni materiali, ma anche il rispetto della sua relazione con gli altri e con il creato. Per questo motivo, un sistema economico realmente sostenibile non può che essere fondato sulla centralità della persona umana, nella sua interezza.
Assumendo questo grande fermento storico che investe a pieno titolo anche il nostro Paese, il vero cambiamento nel contesto della sostenibilità ambientale, sociale, culturale e relazionale, a livello di stili di vita e non solo di azioni, deve avvenire nei contesti impegnati a costruire un nuovo umanesimo.
Nella costatazione amara ma realistica che siamo un Paese smarrito, diviso, ingiusto con troppi dei suoi figli e con lo sguardo schiacciato sui bisogni del presente, si avverte più urgente e inderogabile l’esigenza di parole alte ovvero autorevoli, di valori e di una visione che sappia guardare, insieme, lontano ed in profondità.
In quest’ottica e insieme in questo comune sforzo intende iscriversi l’impegno modesto, ma incisivo che la Sezione UCID di Ferrara-Comacchio intende perseguire sia al proprio interno, ma anche con visibilità e rilevanza pubblica, interrogandosi su quali indirizzi provenienti dalla Dottrina Sociale della Chiesa possa delinearsi questo “nuovo umanesimo”, che investe a pieno titolo e in sinergia sia l’ambito prettamente economico-imprenditoriale sia un previo progetto di polis, depositario per le nuove generazioni di un modello di sostentamento umano focalizzato sull’uso consapevole, e non più sull’abuso sconsiderato, delle risorse del creato. Da questo quadro complesso, dove le risposte devono essere insieme ricercate, è maturata la proposta di una Conferenza sul tema “Nuovo Umanesimo Politico e ed Economico. Sostenibilità integrata e Dignità della persona”, con l’apporto di S.E. mons. Mario Toso, già Segretario del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, organismo della Santa Sede che fino a pochi anni fa è stato il più autorevole depositario dei valori della Dottrina Sociale della Chiesa, ed altresì con il Contributo conclusivo del nostro Arcivescovo, S.E. mons. Gian Carlo Perego.
Lo scontento, la distanza e, peggio, l’apatia che si avvertono nei confronti degli orizzonti della politica che sembrano sempre più corti e schiacciati su false priorità, avvertono più che mai sull’improrogabile necessità di progetti di lungo orizzonte, come unica via per dare risposta ai drammatici problemi della società italiana. E la convinzione che si fa sempre più concreta è che proprio l’assetto imprenditoriale – dall’agricoltura, all’industria, al variegato servizio svolto dal cosiddetto “terzo settore” -, possa costituire il primo motore di un vero, nuovo umanesimo integrale, reso in tal modo ideatore e progettista di futuro.
E se è vero, come affermava nel 2017 Papa Francesco, rivolgendosi ai lavoratori di Genova, che «l’obiettivo non deve essere più reddito per tutti, ma più lavoro per tutti, perché senza lavoro non ci sarà la dignità per tutti», indistintamente tutti avvertiamo il bisogno di una economia collaborativa, di fare meglio con meno, di una cultura della condivisione. Sempre più saremo chiamati a coniugare lo sviluppo della creatività tra le giovani generazioni con la conversione ecologica, al fine di sostenere la crescita economica e sociale.
Si avverte pertanto quanto sia ormai di rilevanza decisiva e improrogabile recuperare la centralità della persona, avendo cioè una visione integrale dell’uomo, nei confronti della quale è altresì doveroso cogliere la sfida di un modo diverso di concepire l’impresa, sapendo coniugare creazione di valore economico e valore sociale, archiviando l’ambizione del massimo profitto a tutti i costi. L’obiettivo, invece, è creare un benessere multidimensionale.
In questo quadro di riferimento, l’intelligenza oggi e domani dovrà servirci per individuare i mezzi per ristabilire l’equità, rafforzare il diritto e la qualità del lavoro. Abbiamo bisogno di una intelligenza per la transizione energetica, da fonti fossili a modalità di produzione rinnovabili, così come di una pedagogia dell’ambiente e della responsabilità sociale, di un inedito sistema formativo, che sia in grado di generare innovazione di processo e di sistema nella produzione di beni e servizi per mettere al centro la persona e l’ambiente, il rispetto della legalità e le peculiarità dei territori.
La presa di coscienza e la formazione su questi temi complessi, per i quali sarà di aiuto la Relazione di S.E. mons. Toso su “La dimensione sociale della fede”, nonché il dibattito con il pubblico in occasione della Conferenza di venerdì 13 ottobre alle ore 18.00 presso l’Istituto di Cultura “Casa Giorgio Cini”, potranno senz’altro costituire per il nostro territorio l’orientamento verso una soluzione sinergica, nella quale Chiesa e Comunità civile insieme sono chiamate alla cultura della cura e a promuovere uno sviluppo che sia sostenibile in quanto solidale, per offrire cioè una risposta convincente alla domanda: dov’è lo sviluppo umano?
Non v’è ambito del sapere o dell’economia, della politica o delle professioni che possa ignorare oggi i mutamenti profondi dettati dalla svolta ecologica. Tutto è connesso, e lo sviluppo umano è indisgiungibile dalla vita del pianeta. Il grido della terra e delle persone che sono più fragili – e che spesso sono nella periferia delle nostre attenzioni – chiama indistintamente tutti e ciascuno a uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, uno stile di vita, un’economia e finanza eque, una spiritualità nel segno di un umanesimo nuovo, in quanto posti di fronte a una comune responsabilità verso l’umanità intera, in special modo verso i poveri e le generazioni future.
* Assistente Ecclesiastico Sezione UCID di Ferrara-Comacchio
Pubblicato sulla “Voce” del 6 ottobre 2023