La testimonianza della nostra missionaria Maria Giovanna Maran dal Brasile: «ecco chi sono le persone che vado a trovare a casa»
La settimana scorsa abbiamo ripreso con molto entusiasmo le visite missionarie nelle famiglie. Insieme alla coordinatrice pastorale della comunità, Suzete, alla responsabile dei settori e dei territori comunitari Euza e alla coordinatrice della catechesi Ivonete, abbiamo pensato di concentrarci per visitare un blocco di case radunate nell’estrema periferia del territorio della comunità. Abbiamo coinvolto nelle visite anche tutti i catechisti, ancora liberi dagli incontri di catechesi con i ragazzi.
È stata una bella intuizione! Tutti erano entusiasti di vivere questa esperienza! Ci siamo incontrati sabato mattina alle 8, abbiamo fatto un breve momento di incontro e di preghiera per alcuni orientamenti e indicazioni sulle visite, poi siamo partiti e a gruppetti abbiamo bussato in tutte le porte e portoni. Io e il mio gruppetto abbiamo subito incontrato Maria con la figlia Helena di 8 anni: siamo state fuori dal portone perché i due grossi cani dentro abbaiavano molto. Nonostante il sole cocente abbiamo vissuto un bellissimo incontro: Maria ci ha parlato della sua vita dura di domestica, lavora tutti i giorni in famiglie diverse per fare le pulizie. Helena, che manifestava un visibile pur lieve ritardo mentale, ha subito preso in mano il foglietto con tutte le attività della cappella e l’ha messo in tasca. Poi ha iniziato a fare domande sulla catechesi, quando inizia, dove si fa, con molto interesse. Con un momento di preghiera abbiamo consegnato a Dio Maria, Helena e la loro famiglia, noi felici di questo incontro e loro contente per le notizie e la preghiera insieme.
Più avanti abbiamo incontrato Josè, un signore molto accogliente che era a petto nudo e per riceverci e ascoltare la Parola di Dio è andato ad indossare una maglietta e tornando ha detto: «Adesso sono pronto». Vive con la seconda moglie, che stava smistando un camioncino pieno di rifiuti e non ha voluto fermarsi dal suo lavoro. Insieme hanno un bambino di 10 anni che ci gironzolava attorno in bici e una bimba di 4 che stava ancora dormendo. Il cortile era cosparso di rifiuti destinati al riciclaggio, per loro fonte di guadagno. L’odore era piuttosto forte, anche a causa del calore fortissimo, alleviato soltanto dagli alti alberi e dal verde che circondava la povera casa e il cortile circostante. Josè ha ascoltato con molto interesse la Parola di Dio, le informazioni e ha fatto tante domande sul catechismo per il figlio: «Voglio portare il mio bambino al catechismo perché voglio che cresca bene e impari cose buone».
Nelle visite ad ogni porta e portone che si apre si scopre un mondo di vita, di gioie, di lotte, di dolori. In un cortile molto umile abbiamo incontrato Karina, di 15 anni, che con molta vergogna e timidezza ci ha fatto accedere alla veranda dove la mamma ammalata era seduta in una sedia di fili intrecciati. Poco più che quarantenne, parlava a fatica, Karina si occupa della casa, della mamma e studia alle superiori. Con loro c’era un’altra ragazza ammalata, Cèlia, calva, ammalata e con un visibile problema mentale. Nel momento di preghiera abbiamo chiesto se avessero alcune intenzioni particolari da mettere nelle mani di Dio. Cèlia ha detto: «voglio pregare per la mia famiglia, che si prende cura di me e per i miei capelli, vorrei tanto avere di nuovo i miei capelli”. Abbiamo pregato e dopo i saluti abbiamo ripreso le nostre visite, con la certezza rinnovata che Dio ci parla attraverso il cuore degli ultimi e dei piccoli. Che Dio ascolti queste preghiere sincere e ci rinnovi sempre, perché nelle visite impariamo sempre tanto e tocchiamo Gesù con mano, nella vita di questi fratelli.
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 28 febbraio 2025