Attraverso la Caritas Diocesana, si chiede di donare per un fondo di microcredito in aiuto a famiglie o persone a rischio usura. Il punto di ascolto sarà in via Arginone
A cura di Andrea Musacci
Riscoprire la vocazione a essere comunità, una comunità di persone che aiuta i fratelli e le sorelle in difficoltà. Parte da questo principio, “Mi fido di noi”, progetto di microcredito sociale a favore di quanti hanno difficoltà ad accedere ai consueti canali di prestito. Nella nostra Chiesa locale, il progetto è stato scelto dalla Caritas Diocesana fra i sei proposti da Caritas italiana nell’Anno giubilare (v. in fondo).
«“Mi fido di noi” si propone – spiega Caritas Italiana – di restituire speranza e dignità attraverso l’accompagnamento e il coinvolgimento della comunità ecclesiale». È prevista la creazione di un fondo, alimentato grazie al contributo della CEI, della Caritas Italiana, delle Chiese locali e al sostegno di fondazioni, associazioni, imprese e cittadini, anche attraverso attività di crowdfunding.
Nella nostra Diocesi verrà costituito un fondo con l’obiettivo di raccogliere 27mila euro (0,10 centesimi a persona, moltiplicato per il numero dei residenti nel territorio della nostra Chiesa locale). La nostra Caritas diocesana avrà a disposizione il doppio, 54mila euro (gli altri 27mila li metterà Caritas italiana), «una risorsa aggiuntiva molto importante per aiutare famiglie o singoli indebitati che rischiano o di cadere vittima dell’usura o comunque di accettare finanziamenti con tassi molto alti», spiega il Direttore di Caritas Diocesana Paolo Falaguasta. In Italia si stima di raccogliere 30 milioni di euro (com’era a 30 miliardi di lire l’obiettivo del Giubileo di 25 anni fa). Il fondo sarà quindi depositato a Banca Etica – presente anche nel territorio ferrarese con un Gruppo di Iniziativa Territoriale (www.bancaetica.it/git/git-ferrara/) – e la nostra Caritas farà riferimento (come Nord Italia) alla Fondazione antiusura “San Bernardino” onlus di Milano.
«Il prestito – spiega ancora Falaguasta – sarà dai 1000 agli 8mila euro per ogni situazione che si presenta» (singolo o nucleo familiare). L’ufficio/punto di ascolto dove le persone interessate potranno rivolgersi sarà nel Centro San Giacomo in via Arginone 161 a Ferrara, negli ex locali parrocchiali, all’interno di quel “Nuovo Complesso della Carità” (così possiamo chiamarlo) che vede da tempo un Guardaroba sociale e a breve (entro fine mese) l’apertura del Centro diurno. Nell’ufficio saranno presenti operatori, volontari e volontarie che accoglieranno le persone che vorranno richiedere un prestito. «Credo – prosegue Falaguasta – che la richiesta sarà altissima, viste le tante persone che normalmente si rivolgono regolarmente al nostro Centro di Ascolto in via Brasavola per chiederci aiuto con piccoli prestiti o per il pagamento delle utenze o dell’affitto, e per altre spese quotidiane». Senza considerare il sempre maggior numero di famiglie a rischio povertà. «Cerchiamo quindi volontari e volontarie che abbiano la capacità di ascolto e di valutazione dei singoli problemi: Caritas italiana organizzerà per loro un corso di formazione. Abbiamo già alcuni volontari che si sono resi disponibili e speriamo se ne aggiungano molti altri».
«Importante in questo progetto è anche l’aspetto educativo, cioè dell’accompagnamento nell’uso equilibrato del denaro», ci spiega invece il nostro Arcivescovo mons. Gian Carlo Perego, che della Caritas Diocesana è Presidente. «“Mi fido di noi” – aggiunge – non si limiterà al Giubileo ma continuerà nei prossimi anni».
I 6 PROGETTI DI CARITAS
Per l’anno giubilare, Caritas italiana propone alle Chiese locali l’adesione a 6 possibili progetti. Oltre a “Mi fido di noi”, vi è “Liberi di scegliere”, per minori e donne che decidono di sottrarsi a condizionamenti e violenze in organizzazioni criminali; “Microprogetti in Italia” contro povertà alimentare ed educativa dei minori; “Corridoi umanitari, universitari e lavorativi” per i profughi; “Microprogetti di sviluppo” per creazione e sviluppo di solidarietà nel mondo; “Vince chi smette. Consapevoli contro l’azzardo”, per promuovere prevenzione e azioni di contrasto.
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«In aumento le richieste di aiuto per pagare le bollette»: le Caritas parrocchiali cittadine ci raccontano la situazione e come si attivano
Abbiamo chiesto ad alcune Caritas parrocchiali di Ferrara, se si trovano a che fare con persone o famiglie che chiedono loro aiuti in denaro per il pagamento di bollette, utenze o altre spese.
Patrizia Di Mella è volontaria dello Sportello di ascolto di S. Maria in Vado (UP Borgovado): «proprio questo mese – ci spiega – abbiamo chiesto ai nostri parrocchiani anche donazioni in denaro, per aiutare 7-8 famiglie – straniere ma non solo – che si trovano con bollette esorbitanti. Sempre più famiglie in difficoltà si rivolgono a noi: diamo loro una quota della cifra da pagare; e diverse famiglie non ci chiedono aiuto perché si vergognano, ma ne avrebbero forte necessità…».
Anche a San Benedetto è presente un Centro di ascolto e dal 2013 è stato istituito il fondo “Il buon samaritano” per l’acquisto di alimenti, vestiti e per il pagamento delle bollette. «Di solito – ci spiega Giancarlo Paganini – paghiamo la metà della bolletta della persona o famiglia bisognosa, e a volte capita che l’altra metà o parte ce la diano a rate». Sì, perché il metodo dei volontari è di provvedere materialmente al pagamento, senza consegnare soldi a chi bisogno. Anche a Sambe sono una decina le famiglie (italiane o straniere), o gli anziani soli, che chiedono aiuto economico, e sono in aumento. «Non riusciamo ad aiutarle tutte ma in questo periodo quaresimale le offerte domenicale, le piccole offerte dei bimbi del catechismo e l’offerta specifica la seconda domenica del mese le doneremo integralmente al progetto “Mi fido di noi”». Anche alla Sacra Famiglia – ci spiegano – «paghiamo la metà delle bollette a famiglie in difficoltà: il Centro di ascolto le segnala al parroco che provvede alla bisogna».
Maria Enrica Ferretti è una volontaria del Centro di ascolto di Santo Spirito: «aiutiamo alcune famiglie con il pagamento di una quota delle bollette, ma spesso – forse per vergogna – alcune di loro si rivolgono non a noi ma al parroco». Al Centro si rivolgono «soprattutto italiani, alcuni giovani stranieri e molti anziani, che spesso vogliono solo fare due chiacchiere perché soli. E ultimamente abbiamo notato non un aumento di queste famiglie ma che quelle che ci chiedono aiuto, lo fanno più spesso».
Un discorso simile lo fa la Caritas di Pontelagoscuro: «chi ha questo tipo di bisogno, non si rivolge a noi ma al parroco. In ogni caso, sappiamo che sono tante le famiglie con questa necessità».
Dalla Caritas della parrocchia dell’Immacolata ci spiegano: «una richiesta permanente di aiuto per le bollette con avvenuti distacchi dell’erogazione ci perviene da 4 famiglie. A queste si aggiungono richieste occasionali. L’importo delle bollette è sempre elevato e la richiesta per le stesse riguarda anche le rate di bollette scadute non pagate».
Celeste Mangherini è alla guida della Caritas dell’UP Sant’Agostino-Corpus Domini: «ogni 4 mesi – ci spiega – le famiglie o persone in difficoltà con il pagamento di utenze o affitto possono chiederci un aiuto. Lo diamo a chi ha un ISEE sotto i 6mila euro e agli stessi interessati chiediamo un contributo al pagamento di almeno 1/3 del totale. Ogni anno, per questo tipo di sostegno economico, come Caritas abbiamo un fondo di 5-6mila euro (calat o negli anni) e aiutiamo 3-4 famiglie al mese. Negli ultimi anni – prosegue – c’è stato un aumento non solo delle famiglie richiedenti ma anche delle stesse cifre richieste. A noi si rivolgono perlopiù stranieri».
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 14 marzo 2025