Parrocchia dell’Addolorata, il corso di italiano per immigrate

[Qui la locandina con tutte le informazioni]

di Silvia Lanzoni*

Quando mi è stato proposto di scrivere alcune riflessioni sulla mia partecipazione, in qualità di volontaria, al progetto “Madri a scuola”, la prima parola a cui ho pensato è stata gratitudine. 

Grata per avermelo proposto, per aver avuto l’opportunità di dare il mio piccolo contributo, grata a tutte quelle madri e ai loro bambini/e che, con il loro vissuto, hanno rafforzato in me l’idea di quanto ci sia ancora molto da fare in merito ai diritti delle persone più vulnerabili. 

Famiglie divise da una guerra, padri lontani, la mancanza di una casa, difficoltà di accesso ai servizi educativi della prima infanzia per i bambini i cui genitori non hanno il permesso di soggiorno e tante storie ancora… 

Così gli spazi messi a disposizione dalla parrocchia dell’Addolorata di Ferrara – un’aula didattica per le madri, accanto ad una stanza gioco per i bambini – si sono trasformati in “luoghi abitati” da relazioni che andavano aldilà dei muri che li delimitavano. 

Non solo lo spazio del gioco, del sonno per i più piccoli, delle coccole, del graduale distacco dei bambini dalle loro mamme che, nella stanza accanto, apprendevano una nuova lingua, ma anche “il luogo” dell’ascolto, del supporto educativo alle madri, della socializzazione intorno ad una tazza di tè a conclusione della lezione. 

Madri, bambini/e, volontarie, una piccola comunità, un gruppo di persone che gradualmente hanno imparato a conoscersi e a fidarsi l’una dell’altra. 

Il progetto “Madri a scuola” rivolto a donne immigrate con bassa scolarizzazione e con figli piccoli, proseguirà anche quest’anno 2024/25. Una proposta per permettere alle madri straniere di essere meno invisibili, di uscire per incontrarsi in modo costruttivo, per offrire più strumenti di integrazione in una società a volte poco accogliente. 

Più persone aderiranno in qualità di volontari, più aumenterà l’offerta educativa per queste madri e per i loro figli, ma anche la possibilità di pianificare attività più mirate per il futuro, legate all’apprendimento della lingua e all’integrazione nel tessuto sociale ferrarese nel quale anche loro vivono. 

* Educatrice volontaria

 

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 27 settembre 2024

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