Le Pro Loco rappresentano un punto di riferimento in quasi tutti i Comuni d’Italia in termini di coesione sociale e raccontano di un mondo di volontariato, di comunità nelle comunità e per le comunità, di persone che prestano il loro tempo per promuovere il proprio territorio e per rendere vivi i luoghi nei quali operano. Un valore economico e sociale generato pari a 2,1 miliardi di euro, 25 milioni di ore di lavoro, una spesa sostenuta per le iniziative realizzate a livello nazionale pari a 700 milioni di euro in un anno.
Sono cifre che sembrano riferirsi ad una grande azienda pubblica, ad una multinazionale di produzione, ad una multiutility, ad una banca di discrete dimensioni: niente di tutto ciò. Questi numeri, certificati dall’autorevole CGIA di Mestre, indicano una realtà importante anche dal punto di vista economico. Il sistema delle Pro Loco e dei loro soci rappresenta una rete nazionale di 600mila persone e 6200 associazioni, in un momento storico, quello che stiamo vivendo, particolarmente intenso per via del ruolo sempre più centrale del Terzo Settore.
Oggi queste associazioni offrono un grande apporto in termini di coesione sociale: con le loro attività di promozione del luogo, tutela delle tradizioni, del patrimonio e del folklore locali, valorizzazione delle tipicità, contribuiscono in maniera decisiva a migliorare la qualità della vita delle comunità locali oltre che per i visitatori, di fatto dando loro la possibilità di sentirsi “cittadini temporanei”. Organizzano iniziative ed azioni più o meno complesse, e sono diffuse capillarmente, dal mare alla montagna, dai paesi alle aree rurali e interne.
Guglielmo Bernabei
(L’articolo fa parte della Rubrica settimanale “Pillole di economia”)
Articolo pubblicato su “La Voce” del 26 maggio 2023
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