Appuntamenti a S. Giacomo e Casa Cini con le parole d’amore rivolte dal Padre ad ognuno di noi
La vita ha le sue istruzioni per l’uso. Noi annunciatori del vangelo, sappiamo che nella volontà di Dio c’è la nostra pace, la nostra certezza di essere amati, e che esiste un uso buono delle cose e della vita. Proprio questo sono i 10 comandamenti donati dal Padre: la via della pace, la via della autentica sapienza che ci insegna a stare nel mondo. L’uomo che non conosce la Legge è un naufrago senza bussola.
Il rinnovato annuncio dei 10 comandamenti (soprattutto come radiografia di Gesù Cristo, del suo modo di pensare, della sua obbedienza al Padre e del suo amore per noi) trova la sua forza proprio nel sordo dolore di questa generazione smarrita. C’è un “ma”. Qui spesso ci inceppiamo noi annunciatori, perché è la parte che ci riguarda, che dipende da noi. Se il messaggio è la Sapienza del Padre rivelata sul Sinai, destinata ad ogni persona di ogni epoca, se il destinatario è la pecora smarrita e dolorante del terzo millennio, cosa deve essere l’annunciatore? Un novello Savonarola? Un messaggero che rimanda ai “doveri”? Un supporter di richiamo ai “valori”?
Questi primi anni del terzo millennio cristiano hanno visto il moltiplicarsi, anche in ambito ecclesiale, degli studi sui 10 comandamenti, e di conseguenza il crescere dell’interesse attorno alle ipotesi pastorali che ritrattino il decalogo. Ma il rischio è che ci si metta a suonare con un nuovo strumento la solita vecchia musica. La gente di oggi, ci piaccia o no, prima di ascoltare il contenuto di quello che si dice, ascolta la musica delle parole. E se la musica è noiosa, o, peggio, esigente e moralista, non ascolta. Molto spesso, quando si è nell’occasione di ascoltare tante voci odierne, si stacca l’audio e si pensa ai fatti propri. Per essere ascoltati bisogna prima saper ascoltare quel sibilo di angoscia che ci abita, saper parlare ai poveri di oggi da poveri e non da teoreti, ovvero anche da innamorati.
Il Cristianesimo non è un’etica, anche se produce un’etica. Il Cristianesimo è una persona, Gesù Cristo. E se lo si crede, allora prima che essere 10 comandi, le parole del decalogo sono 10 parole d’amore rivolte dal Padre ad ogni uomo che vede come figlio, a cui ha donato la dignità si sentirsi, di potersi chiamare e vivere come tale.
Don Giacomo Falco Brini