Comunità e aunncio, continua il confronto tra laiche e laici: sabato 16 gennaio nuovo appuntamento on line della “Giornata del Laicato”
(“La Voce” del 15 gennaio 2021)
di Giorgio Maghini
Con, alle spalle, due gruppi di studio online e una raccolta di contributi scritti, la “Giornata del laicato” del prossimo 16 gennaio sarà incentrata sulla riflessioni riguardo le Unità Pastorali e l’ormai prossimo biennio eucaristico.
In altre parole: la nostra Diocesi ha un processo in corso e attende un appuntamento entusiasmante. Il processo in corso è la nascita di un’organizzazione diocesana su tre livelli: parrocchia, unità pastorale, vicariato. L’appuntamento entusiasmante è l’apertura – il 28 marzo prossimo – del biennio eucaristico, in occasione dell’850° anniversario del miracolo eucaristico di Santa Maria in Vado.
Entrambi – processo e appuntamento – sono proiezioni nel futuro della nostra Chiesa e, per questo motivo, hanno subito parecchi contraccolpi dall’emergenza Covid che proprio nella nostra idea di futuro ci ha colpito duramente. Nemmeno l’emergenza, però, ha potuto fermare queste riflessioni, e proprio questo ne dimostra la centralità e l’importanza. Da qui la domanda: “Cosa può fare il laicato ferrarese per sostenere e rafforzare questi passaggi?”.
Duplice domanda che ne sottintende un’altra, di tono esistenziale: in che posizione si situa, il laicato, di fronte a questi due avvenimenti? Le unità pastorali e l’avvio di un biennio eucaristico riguardano tutti noi oppure sono cose “per i preti”? Snodi ecclesiali che, in ultima analisi, c’entrano poco con la vita di tutti i giorni (la vita “vera”?).
La risposta a questa domanda è il fatto stesso che la “Giornata del laicato” esiste. No: unità pastorali e biennio eucaristico non sono questioni “per i preti” e non solo riguardano la nostra vita di tutti i giorni ma sono, anzi, strettamente intrecciate ad essa.
Dare forma alla comunità di cui si è parte non è questione organizzativa che riguardi solo il Clero, quasi fosse un adempimento formale o l’interpretazione di un passaggio del Codice di Diritto Canonico. Che la nostra Diocesi si immerga nel mistero eucaristico non è tema per un corso di aggiornamento teologico. Si tratta invece di pensare il mondo in cui viviamo e contemplare, in esso, la compresenza di terreno e celeste.
Un tema – almeno per come la vedo io, confortato dal mai abbastanza richiamato capitolo IV della Lumen Gentium – al tempo stesso profondamente ecclesiale e profondamente laicale.
È bene (è doveroso), quindi, che i laici si sentano chiamati a dare un contributo in questi passaggi così fondamentali. Sottolineo questa bontà e doverosità perché – avendo letto tutti i contributi che sono stati prodotti e avendo coordinato un gruppo di studio – posso dire che quasi tutti i partecipanti hanno iniziato con una premessa di inadeguatezza: “Premetto che non sono un teologo…” oppure: “Non sentendomi titolato a parlare di argomenti come questi…”.
L’umiltà, naturalmente, è cosa molto buona, e anche il riconoscere la propria ignoranza è espressione di saggezza tuttavia, quando una Chiesa si consulta, non si sta cercando la competenza (per quella possiamo chiedere aiuto al Magistero) ma la vita. La vita, vale a dire: “Come cambia la mia quotidianità se la vivo in una rete di relazioni interparrocchiale?” e, ancora: “Come diventano i miei affetti, la mia famiglia, il mio lavoro… se li riguardo alla luce della presenza reale di Cristo?”.
È evidente che, di fronte a domande come queste, l’unica competenza richiesta è quella di vivere in modo consapevole. E, allora, tutti diventiamo titolati ad esprimerci.
Fatta questa lunga ma necessaria premessa, i contributi del laicato ferrarese a questa riflessione comunitaria sono stati davvero tanti: tra i partecipanti ai gruppi di studio e la partecipazione online, non meno di cinquanta persone si sono messe in gioco.
Tutti i contributi sono stati sintetizzati in una decina di pagine che verranno illustrate e discusse nella GdL di sabato 16 gennaio e poi simbolicamente inviati al Vescovo come apporto del laicato al cammino diocesano.
Già da ora si possono evidenziare tre nuclei fondamentali, due riguardo al biennio eucaristico e uno riguardo alla nascita delle Unità Pastorali.
Riguardo al biennio eucaristico: occorre abbandonare i “ragionamenti” sull’Eucaristia ed entrare in un atteggiamento di contemplazione; iniziare a percepire la realtà come luogo epifanico significa smettere di leggere le nostre vite solo per mezzo di categorie umane.
Si tratta di una sfida; forse la più fondamentale di tutte. D’altra parte, sempre riguardo al tema eucaristico, c’è la consapevolezza che solo quel Pane e quel Vino ci permettono di costruire l’unità intra- ed extraecclesiale al di là delle differenze che sperimentiamo ogni giorno.
Riguardo, invece, alle Unità Pastorali, c’è la consapevolezza che non si tratta di strutture organizzative ma di nuove forme di comunità finalizzate all’annuncio. I due termini – comunità e annuncio – sono legati: la Parola è vissuta in una rete di relazioni ma tende, per la propria natura, a costituire reti sempre nuove.
In quest’ottica c’è già una profonda riflessione sul ruolo dei sacerdoti e del legame tra tutta la comunità ecclesiale e i propri preti.
Di tutto questo si discuterà sabato 16.
E sarà bello.