di Gianpiero Magnani
Nell’epoca dei dazi appena inaugurata dall’amministrazione americana, è opportuno esaminare alcuni dati relativi all’export della nostra provincia confrontati con quelli dell’Emilia-Romagna, e in particolare come sono distribuite le esportazioni del nostro territorio fra i vari Paesi.
Anzitutto, l’export regionale dell’Emilia-Romagna nel 2024 è stato di 83,6 miliardi di euro (fonte ART-ER), pari al 13,4% del totale nazionale e secondo solo alla Lombardia, che ha registrato una diminuzione del 2 per cento rispetto all’anno precedente. Le attività manifatturiere coprono quasi tutto l’export regionale (97,2%), la maggior parte del quale è destinata all’Europa e oltre la metà verso Paesi appartenenti all’Unione europea, ma 10,4 miliardi di euro di beni manifatturieri vengono esportati verso gli Stati Uniti e le imprese manifatturiere dell’Emilia-Romagna, nell’export verso gli USA, sono seconde dopo quelle lombarde con una quota del 16,3% sul totale nazionale.
La situazione di Ferrara è un po’ diversa: anzitutto, l’export della nostra provincia è il più basso in regione, 2,5 miliardi di euro complessivi pari ad appena il 3% del totale regionale, i principali Paesi di destinazione sono anzitutto la Germania col 17,8% del totale, seguita dalla Francia (14,8%) e terzi gli Stati Uniti con l’11,8% del totale; ben più distanziati gli altri Paesi: la Cina è quarta ma col 5,6% del totale, seguono Spagna, Austria, Regno Unito, Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Turchia e Svezia (fonte: Camera di Commercio, dati aggiornati al 2023). L’impatto diretto non tiene conto dell’export indiretto, cioè rivolto ad altri Paesi che a loro volta esportano verso gli USA e che quindi possono determinare una contrazione ulteriore delle nostre esportazioni complessive.
La politica dei dazi provocherà conseguenze negative, soprattutto a livello regionale dove è molto più presente l’attività manifatturiera; è importante osservare che, se siamo secondi in valore assoluto nell’export dopo la Lombardia, in realtà l’Emilia-Romagna è prima per valore delle esportazioni pro capite, con 18.786 euro di esportazioni per ciascun residente in regione, contro una media nazionale di 10.753 euro (178% del valore medio nazionale, fonte AR-TER). Più contenuti i dati relativi alle importazioni, che pesano in regione per complessivi 48,6 miliardi di euro, e anche qui Ferrara è ultima, con poco più di 1,1 miliardi (il 2,4% del totale importato in regione); dobbiamo tenere presente che questi dati si riferiscono all’importazione di beni, ma il Nord America è il primo mercato del risparmio gestito nel mondo, con l’astronomica cifra di 54,8 trilioni di dollari di ricchezza gestita (dato 2023, fonte Centro Einaudi): non bisogna limitare l’analisi dei rapporti economici tra Paesi alla sola parte commerciale, perché quella finanziaria è altrettanto se non più rilevante.
La risposta ai dazi sulle esportazioni negli Stati Uniti non può che essere europea e in particolare legata a una maggiore integrazione che faciliti nuovi rapporti, commerciali e finanziari, anche con altri mercati; solo l’Unione europea può affrontare con efficacia le politiche restrittive americane fornendoci gli strumenti per la salvaguardia delle nostre economie e per una risposta adeguata alle politiche aggressive dell’attuale amministrazione statunitense.
Per avere una visione chiara dell’impatto sull’economia del nostro territorio occorrerà disporre dei dati trimestrali del 2025, a partire da quello in corso. Ferrara già ora è l’anello debole dell’export regionale e in questa prospettiva negativa la grande sfida sarà quella di poter recuperare qualcosa aumentando le percentuali verso altri Paesi; Ferrara ha bisogno anche di altro, e in particolare di una seria politica di sviluppo che porti ad aumentare il numero di PMI e Grandi Imprese attive nel territorio, che è modesta ed è la ragione principale della nostra marginalità anche nelle esportazioni, con il rischio che una crisi ulteriore si abbatta su una situazione provinciale che è già di per sé critica.
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 18 aprile 2025