Attraverso varie generazioni, continua la tradizione di famiglia in via Carlo Mayr
(Storia n. 19 della rubrica mensile “Cucina divina”)
di Cinzia Berveglieri
È il 1945…: Giuseppe Seghieri dalla Toscana si trasferisce a Ferrara e apre un locale in via Carlo Mayr; da solo, inizia a gestire una piccola pizzeria che, grazie alla sua capacità organizzativa, sembra essere, come la borsa di Mary Poppins, capace di contenere l’inimmaginabile…
Un muro divide la saletta con i pochi tavoli dal magazzino che ogni mese viene riempito con la legna fatta arrivare direttamente dalla Toscana. Dato gli spazi ristretti, non vengono usati piatti e stoviglie; i due soli tipi di pizze (margherita e napoletana), la farinata di ceci e il castagnaccio con uvetta e rosmarino vengono tagliati a fette, servite su fogli di carta e si mangiano con le mani.
Come “un negozio a tempo” dei giorni nostri, la pizzeria nei primi anni rimane aperta solo nei mesi invernali finché Giuseppe non si cimenta anche nel mondo della gelateria e visto il gradimento ottenuto dai suoi gelati e dagli inconfondibili ghiaccioli decide che il suo locale sarà pizzeria durante l’inverno e gelateria nei mesi estivi.
Il pizzaiolo-gelataio prosegue su questa linea fino alla fine degli anni ’70 con l’aiuto di qualche dipendente saltuario e della figlia Elsa. Quando il padre decide di ritirarsi dal lavoro, Elsa rileva l’attività e al suo fianco arriva il marito Romano Benini, neo pensionato delle Poste Italiane.
SIAMO ALLA METÀ DEGLI ANNI ’80…
Per Elsa e Romano è l’inizio di una grande avventura. La pizzeria fondata nel 1945 va alla grande e il lavoro aumenta sempre più. Da “Giuseppe” c’è la coda per mangiare pizza e ceci, e anche l’attesa, per i clienti, è gustosa perché il profumo che esce dal forno a legna si mescola con l’aria di convivialità e la voglia di scambiare quattro chiacchere “fuori dalla porta”.
E sempre dalla Toscana arrivano i rinforzi. Elsa convince il fratello Enzo e sua moglie Alba a lasciare la loro attività di floricoltori per trasferirsi a Ferrara e lavorare nella pizzeria.
Il quartetto rimane tale per una decina d’anni, poi Enzo e Alba ritornano nella loro terra d’origine .
Il lavoro è sempre tanto ed Elsa e Romano si circondano di collaboratori con cui si stabilisce un rapporto fraterno. Tina, Pucci, Roberta, Giordano e altri ancora sono la famiglia allargata dei due gestori.
È Elsa che si occupa della parte organizzativa dell’attività, oltre, ovviamente che della famiglia, mentre Romano sforna le pizze e i ceci e intrattiene i clienti. La sua allegria è contagiosa e “crea dipendenza” fidelizzando sempre più persone; con le sue battute scherzose riesce a far sorridere anche i clienti più burberi.
È IL LUGLIO DEL 1998
Una grave malattia provoca la morte di Romano.
Il figlio Gianluca che fino ad allora aveva aiutato i genitori lavorando saltuariamente nella pizzeria, affianca la mamma come dipendente fino alla fine del 2001 e nel 2002 assume le redini del locale, che oggi gestisce con i suoi collaboratori.
È IL 2024…
Il modo pacato con cui Gianluca Benini si racconta, lo sguardo emozionato nel quale sembrano ancora specchiarsi il nonno Giuseppe, il papà Romano, la mamma Elsa, ai quali rivolge il suo pensiero orgoglioso e grato per ciò che hanno fatto, hanno la capacità di trasportare il passato di tre generazioni nel presente.
Il profumo delle pizze e dei ceci che stanno servendo ai tavoli su pezzi di carta e senza posate è lo stesso del 1945 così come è la stessa la passione per il lavoro che Gianluca ha ereditato dalla sua famiglia.
Tra le persone in attesa qualcuno racconta di non abitare più da anni a Ferrara ma che ogni volta che torna in città la pizzeria “Giuseppe” è una tappa fissa.
E, come ulteriore riconoscimento, nei prossimi mesi la pizzeria si aggiungerà all’elenco delle Botteghe Storiche di Ferrara.
Ricetta dei ceci di Giuseppe
Sciogliere 500 gr. di farina di ceci in un litro di acqua e mescolare in modo che non ci siano grumi.
Aggiungere 2 cucchiaini di sale e 4 cucchiai di olio di semi di girasole.
Distribuire il composto su teglie precedentemente oliate.
Mettere nel forno portato alla massima temperatura per 15/20 minuti, senza aver lasciato riposare il composto.
Pubblicato sulla “Voce” dell’8 marzo 2024
Abbònati qui!