Sono a San Biagio di Bondeno grazie alla nostra Migrantes e a don Lazzarato. Ecco la loro storia in fuga dall’inferno dei talebani
di Anna De Rose*
Lo scorso 1° dicembre l’Arcivescovo mons. Gian Carlo Perego ha incontrato, nella parrocchia di San Biagio di Bondeno, la famiglia Fakoori. Si tratta di una famiglia afghana, accolta ormai da un anno e mezzo a Casaglia, giunta in Italia tramite i corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con Caritas e con le Chiese evangeliche.
Avevamo già raccontato la storia della famiglia (v. “Voce” del 24 marzo 2023, ndr): i coniugi Fakoori, assieme alla piccola figlia Helen, sono dovuti scappare dall’Afghanistan a seguito della presa di potere dei talebani, a causa del loro impegno civile, politico e sociale con le forze militari italiane di stanza a Herat nel PRT (Provincial Reconstruction Team). Lo scorso settembre, dopo un’attesa durata più di un anno, Sohrab e Hamida Fakoori hanno potuto riabbracciare tutti gli altri componenti della loro famiglia: la madre, il padre, i rispettivi fratelli. Dopo la partenza di Sohrab e Hamida dall’Afghanistan, infatti, i talebani hanno perseguitato per lungo tempo i parenti di Sohrab: dapprima torturando il fratello, poi tentando di portare via con la forza Samira – la sorella – affinché si sposasse con un uno di loro. La famiglia ha affrontato molte difficoltà, per restare unita e al sicuro: prima nascondendosi nelle campagne di Herat, poi partendo per l’Iran e vivendo lì, mediante visti provvisori in continua scadenza. Nel frattempo Sohrab e Hamida, dall’Italia, hanno fatto tutto il possibile non solo per integrarsi, ma anche per portare in salvo i propri cari. Gli sforzi della famiglia Fakoori non sono stati fatti invano: il nostro Vescovo ha deciso infatti di farsi carico della situazione e di aiutare i restanti membri della famiglia, che sono così potuti venire in Italia.
Il loro incontro in aeroporto a Milano è stato emozionante: un abbraccio che faceva intravedere tutta la carica emotiva dei mesi passati in attesa e in angoscia, gli occhi pieni di lacrime di gioia, per aver ottenuto finalmente la libertà ed essersi lasciati alle spalle l’inferno dell’Afghanistan. Ora tutti i membri della famiglia, finalmente assieme, vivono in una casa a San Biagio di Bondeno, presso la quale don Giorgio Lazzarato, nel suo costante e continuo impegno verso i più bisognosi, aveva già dato accoglienza ad altri fratelli provenienti da altri Paesi. L’incontro del 1° dicembre è stato un’occasione di grande festa per la famiglia Fakoori, che ha potuto così ringraziare mons. Perego per gli sforzi profusi e per la trasformazione del progetto originario (che faceva capo a due membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, a don Silvano Bedin e alla comunità di Casaglia) in un progetto dell’Ufficio Migrantes diocesano. La famiglia Fakoori, al completo, ha accolto il Vescovo e il suo segretario don Granzotto, vestita in abiti da festa, con una tavola ben curata e imbandita dei migliori cibi tipici afghani. Durante la cena tutta la famiglia ha voluto dimostrare il proprio desiderio di integrarsi, facendo sfoggio del suo impegno nello studio della lingua italiana: le sorelle più giovani di Sohrab (11 e 16 anni) sono state infatti già inserite a scuola (a Bondeno), mentre il resto della famiglia studia l’italiano grazie a un’insegnante volontaria a domicilio. Samira ha voluto raccontareal Vescovo ciò che ha vissuto in Afghanistan e le minacce subite dai talebani, che a ragazze come lei non permettono più di andare a scuola, ascoltare musica, camminare al parco o uscire di casa da sole.
Ci auguriamo tutti un futuro migliore per questa famiglia, che finalmente può vivere in un Paese libero, dove i diritti fondamentali dell’individuo sono garantiti. Questa storia ci conduce allora a una riflessione finale più ampia, strettamente legata all’attualità: l’accoglienza e la gentilezza nei confronti del prossimo innescano processi di integrazione efficienti e funzionanti, che sanno mostrare la parte migliore delle persone accolte, le quali possono così contribuire, a loro volta, allo sviluppo delle nostre comunità.
* Ufficio Migrantes diocesano
Pubblicato sulla “Voce” del 15 dicembre 2023
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