“La guaritrice e il doganiere” è il nuovo romanzo di Daniela Fratti: un’avventura nel tempo

di Cinzia Berveglieri

È da poco spuntata l’alba dell’8 agosto quando mi siedo nel lungo corridoio dell’ospedale, di fronte alla porta della sala operatoria.

Mi si prospetta una lunga, lunghissima attesa e ho deciso che a farmi compagnia sarà “La guaritrice e il doganiere”, romanzo storico di Daniela Fratti ambientato nella Ferrara rinascimentale. Così lascio che l’autrice mi prenda per mano e mi accompagni sulle prime pagine del suo libro e mi sembra di vedere il gesto con cui mi esorta ad entrare nel suo racconto.

Sebbene mi trovi coinvolta in una storia ambientata tra il 1565 e il 1571 nella Ferrara estense e nel Delta del Po, la capacità della scrittrice («ricercatrice attenta e appassionata, raffinata studiosa di fonti archivistiche e bibliografiche», così viene descritta nella prefazione da Francesco Scafuri) di fare interagire le sue indagini documentarie con la fantasia è talmente sapiente che riesco immediatamente ad immedesimarmi nelle vicende narrate.

Così come mi è impossibile non rimanere affascinata dall’incontro tra Antonia, strolga comacchiese, e Alfonso Trienter, soldato di ventura e montanaro del Trentino, che è solo il preludio di un amore vissuto tra mille avventure, allo stesso modo subisco il fascino di Ferrara, che rimane la protagonista indiscussa, con la sua quotidianità caratterizzata dallo spirito mordace dei ferraresi, dai modi di dire dialettali , dalle antiche inimicizie con i veneziani, dai divertimenti ducali privati e pubblici e dalla folla che popolava i quartieri, in particolare quello ebraico, con i loro profumi ormai perduti e le botteghe mai dimenticate.

Come non assaporare i colori e i profumi della natura che circondano la città estense. Come non fermarsi ad osservare lo sfondo in cui nasce e cresce l’amore profondo e riccamente sensuale tra Tonia e Alfonso. Il polesine di San Giorgio, la San Martina, l’Aguscello, le valli del Mezzano e il loro mondo selvaggio.

Così trascorro le ore d’attesa consapevole di aver intrapreso un viaggio che mi porterà a scoprire liturgie misteriose, riti di magia nera, omicidi, pirateria presso la marina di Goro e Magnavacca, banditi di strada, condannati a morte e terremoti devastanti.

Il cigolio della porta della sala operatoria che si apre mi catapulta nel presente e la sorpresa è tale che quasi fatico a sollevare il dito che scorrevo sotto le righe della pagina nel timore di perdere il segno…

È il 12 settembre.

Su una spiaggia del Salento ho riaperto il libro di Daniela (mi permetto di tralasciare il cognome, perché ormai siamo compagne di viaggio) e prima di procedere nella lettura, ripercorro mentalmente la storia d’amore tra Antonia e Alfonso.

Un amore, quello tra i due, che vive momenti di un trasporto e di una delicatezza tale che sembrano impensabili per l’epoca in cui è stata collocata la vicenda.

Credo che qui, Daniela non solo si sia dimostrata una profonda conoscitrice dell’animo umano ma che sia anche riuscita a far sì che nei momenti più bui della narrazione, quando l’ago della bilancia sembra propendere dalla parte del male, i gesti gentili e inaspettati di Alfonso verso la moglie, riportino il peso maggiore sul piatto del bene.

Tra tutti riporto “il goffo” tentativo di Alfonso di giustificare a se stesso, uomo tutto d’un pezzo, l’improvviso amore provato per Antonia. «Conoscere Tonia e sposarla era stata la naturale conclusione di un periodo che lui considerava molto fortunato, in una vita fino ad allora disordinata e violenta. Lei ( che era una strolga, ndr) doveva averlo intontito con qualcuna delle sue erbe, pensava spesso».

Sono arrivata all’ultima pagina di questo libro, lascio ai futuri lettori il compito di scoprirne il finale…

A me rimane il piacere di aver viaggiato a ritroso nel tempo nella mia città natale con accanto una speciale compagna di viaggio che con il suo racconto ha saputo tradurre in parole l’amore che prova per Ferrara.

***

“La guaritrice e il doganiere” di Daniela Fratti con la prefazione di Francesco Scafuri è edito da Faust Edizioni, collana di narrativa “I nidi”.

Daniela Fratti, laurea in Medicina e Chirurgia e master in Psicopatologia e Scienze forensi, ha esordito come scrittrice fantasy con “Cronache gaiane” e “Il mistero del gioiello assiro”, dedicandosi poi alla narrativa e infine alla ricerca storica ferrarese, incentrata in particolare sulla figura della donna povera tra Sei e Ottocento.

Tra le pubblicazioni più recenti si segnalano “La strolga di Ferrara e la Medicina del Segno”, “Voci e ricette della cucina ebraica ferrarese”.

È membro dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, di Ferrariae Deciso e del Soroptimist International, Club di Ferrara.

Pubblicato sulla “Voce” del 6 ottobre 2023

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