Ecco cosa i giovani desiderano: voci ed emozioni dalla giornata a Copparo del 19 novembre

 

Giornate mondiali, una storia da vivere insieme

Stand 1 /La proposta della Diocesi: andiamo insieme a Lisbona, prendetevi i propri spazi

La Giornata Diocesana è stata una grande occasione per rivivere il senso e l’interesse per le Giornate Mondiale dei Giovani, ripercorrendo le origini di questo evento, il suo significato, nonché per suscitare nei giovani l’interesse e le motivazioni per Lisbona 2023. Nel gruppo/stand tenuto dall’equipe di Pastorale Giovanile di Ferrara-Comacchio si è proprio trattato di questo, proponendo ai ragazzi – tramite un video e un gioco – di ripercorrere la storia della GMG, incontro internazionale di spiritualità e cultura nato nel 1985 per intuizione di papa Giovanni Paolo II, che tuttavia non se ne considerò mai il fondatore: «i giovani le hanno create», diceva. 

Egli desiderava promuovere le loro aspirazioni ad avere un proprio spazio nella Chiesa e nel mondo, chiamando tutti i giovani del globo ogni 2/3 anni a radunarsi in una precisa città del mondo, invadendone le strade, costruendo iniziative, colorandola di presenze e preghiere.

Come detto, questo stand è stato anche occasione per aprire nei ragazzi l’interesse per la prossima Giornata Mondiale dei Giovani che si terrà a Lisbona nel mese di agosto 2023, chiedendo loro quali esigenze, quali bisogni, e quali aspettative avrebbero da “urlare” al mondo di oggi, in un periodo così tormentato e messo a dura prova dalle guerre. Lisbona diverrà così una grande occasione per ritrovarsi tutti, in tanti, attorno al Papa, dimostrando al mondo (dai più potenti ai più fragili) che la forza e la volontà dei giovani di impegnarsi nel costruire qualcosa di buono c’è, bisogna attivarsi, confidando che l’unità delle preghiere li sostenga nel riuscirci, ciascuno per il suo pezzetto.

Equipe di Pastorale Giovanile


Ognuno può essere parte del cambiamento globale

Stand 2 / Il laboratorio dell’Agesci sull’impegno di ogni ragazzo, contro l’apatia e l’indifferenza

Ispirati dalle parole del Santo Padre contenute nel Messaggio dedicato alle ragazze e ai ragazzi in occasione della Giornata Mondiale dei Giovani, l’AGESCI ha preparato un laboratorio nella giornata della GMG diocesana di sabato 19 novembre a Copparo. A guidarci, le parole «Maria si alzò e andò in fretta», contenute nel Vangelo secondo Luca (Lc 1, 39). Aiutati da testimoni d’eccezione, i giovani sono stati chiamati ad essere “Goccia di cambiamento”, ad “alzarsi” ed essere trasformazione per sé stessi e per gli altri. Per raggiungere questo obiettivo ai ragazzi è stato letto sopracitato passo lucano ed è stata proposta la seguente riflessione: “Come reagisco di fronte alle necessità che vedo intorno a me? Penso subito a una giustificazione per disimpegnarmi, oppure mi interesso e mi rendo disponibile? Certo, non potete risolvere tutti i problemi del mondo. Ma magari potete iniziare da quelli di chi vi sta più vicino, dalle questioni del vostro territorio. Una volta hanno detto a Madre Teresa: ‘Quello che lei fa è solo una goccia nell’oceano’. E lei ha risposto: ‘Ma se non lo facessi, l’oceano avrebbe una goccia in meno’. Anche se la goccia è un elemento apparentemente piccolo e sembra essere insignificante, tante gocce insieme possono formare un oceano che con la sua forza modifica le cose”. Successivamente abbiamo giocato con i ragazzi cercando di ricostruire con loro i messaggi più importanti lasciati dai nostri testimoni, come le parole di M.L. King o Rosa Parks, in modo che rimanessero impressi loro i concetti fondamentali. 

Per concludere il momento insieme, i partecipanti hanno lasciato il loro impegno personale per essere anche loro “Goccia di cambiamento”, seguendo le orme di Maria e degli altri testimoni scelti, che non si sono tirati indietro ma anzi hanno pensato prima agli altri che a se stessi senza meditare troppo e “alzandosi e andando in fretta”. 

Agesci Ferrara


Dio ci chiama a vivere la vita con Lui: cosa rispondiamo?

Stand 3 / I ragazzi di Comunione e Liberazione: la fede è un incontro, con Cristo e con amici veri

Durante la GMG diocesana svoltasi sabato 19 novembre in occasione della Festa di Cristo Re dell’Universo, a noi di Comunione e Liberazione è stato chiesto di preparare il momento dedicato al Biennio eucaristico (anni 2022-2023) nella sua prima tappa dal titolo: “Prendere-essere scelti”.

Siamo particolarmente grati dell’occasione che ci è stata data di raccontare la nostra esperienza di fede con tutte le realtà (diversi movimenti e gruppi parrocchiali) che la Chiesa accoglie e con le quali, in quel giorno, abbiamo vissuto momenti di vero scambio e dialogo. 

Il nostro momento prende spunto da una frase di don Luigi Giussani: «La vita come vocazione», vale a dire il fatto che Dio ci prende e ci chiama costantemente a vivere la nostra vita con Lui. Questa chiamata avviene, come ci ha raccontato Filippo, un ragazzo delle superiori appartenente al gruppo di Gioventù Studentesca, tramite una compagnia di amici in cui lui ci dice: «mi sento preso sul serio, cioè mi sento trattato per come sono fatto». 

È l’incontro con persone  che lo accolgono e gli vogliono bene fino in fondo.

Se si desidera continuare a vivere un amore di tale portata, si deve seguire questa compagnia, la quale si esprime con dei gesti, cioè momenti che aiutano a vivere e ad approfondire l’incontro fatto. 

Incontro che deve avere una continuità oppure ci si rischia di perdere, di non sentire più quel bene di cui si diceva sopra. 

Abbiamo, quindi, concluso e lasciato come punto di sintesi un invito a stare insieme per vivere insieme la fede che condividiamo.

I ragazzi di Comunione e Liberazione


Come risolvere i conflitti? Parliamo sempre di pace

Stand 4 / Nel gruppo degli obiettori di coscienza si è parlato di nonviolenza e logica della guerra

Che bello: per preparare i giovani, i nostri giovani alla Giornata mondiale della Gioventù che si terrà l’anno prossimo a Lisbona, qualcuno ha pensato che la Pace fosse argomento adatto o forse necessario. 

E noi volevamo provocarli, ‘sti giovani, perché la guerra, questa guerra, quella vera, pesante, con il suo carico di morte e di problemi da sempre provoca noi “vecchietti” nonviolenti sulla logica che imperversa in questo nostro imperfetto mondo. 

Volevamo chiedere loro da che parte stanno, che l’indifferenza è peccato e bisogna prendere parte, decidere. 

Qualcuno che s’è sbilanciato l’abbiamo trovato, ma i più non sono caduti nel tranello, perché sì, decidere da che parte stare è davvero necessario, e l’indifferenza è davvero peccato, ma l’alternativa entro cui scegliere non è tra i due contendenti (in questa guerra così vicino a noi sono Russia vs. Ucraina, ma in tutte le guerre ci sono antagonisti), ma tra i modi di risolvere i conflitti. 

Rimanendo nella logica dell’uno contro l’altro lo sbocco non può che essere violento: solo cambiando prospettiva si può pensare e immaginare modi concreti e reali per risolvere conflitti. 

Certo, il tempo tiranno ci ha impedito di presentare compiutamente la vastità e la ricchezza del pensiero nonviolento, ma per noi obiettori di coscienza da una vita, poter parlare e dialogare con una nutrita platea di giovani è stata un’occasione importante e ricca. Speriamo che qualche seme lanciato da noi sia potuto cadere nel terreno fertile della gioventù che si prepara per Lisbona. 

Se qualche germoglio sboccerà, siam pronti a curarlo e sorreggerlo.

Gruppo Obiettori di Coscienza di Ferrara

 

Articolo pubblicato su “La Voce” del 2 dicembre 2022

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