9 dicembre 2019
E’ da poco trascorsa la Giornata contro la violenza sulle donne: il testo biblico, pur nelle sue contraddizioni, contiene storie di donne coraggiose che, come Giuditta, possono insegnarci a lottare per la libertà e la parità tra uomo e donna
Nei giorni in cui si fanno incontri e riflessioni sul triste e diffuso fenomeno della violenza sulle donne, anche i gruppi del Movimento Rinascita Cristiana (MRC) affrontano il tema a partire dalla ferma convinzione che l’uomo e la donna siano complementari fra loro e siano stati creati per tessere relazioni significative a beneficio dell’intera umanità. Ogni volta che si sovverte questo ordine e la dignità della donna viene calpestata con la sopraffazione e la violenza, a perdere non è solamente la donna, ma anche l’uomo e l’intera società.
Nel Piano di Lavoro di M.R.C., che questo anno propone di approfondire la dimensione pubblica della fede, la biblista Rosanna Virgili, con sensibilità tutta femminile, fra le varie sollecitazioni presenta come icona significativa la figura di Giuditta, una donna le cui vicende sono descritte in modo avvincente nel libro omonimo della Bibbia e che dimostrano come la Parola di Dio sia sempre viva ed efficace. Ma oggi che cosa ha da dire Giuditta agli uomini e alla donne del nostro tempo?
Tutta la narrazione attira e coinvolge il lettore, ma al di là dell’evento centrale del racconto (più metaforico che storico) – la decapitazione di Oloferne, generale dell’esercito nemico che teneva in scacco l’intera Giudea ormai pronta a capitolare – ciò che colpisce sono i suoi atteggiamenti. Giuditta, vedova, quindi appartenente alle categorie considerate più deboli nella società, non ritiene di doversi rinchiudere nel privato, ma attenta agli eventi della storia, di fronte ai soprusi ed ai pericoli che incombono sul suo popolo, fortificata dalla preghiera personale e partecipata nel tempio, confidando nell’aiuto di Dio, mette in atto tutte le strategie per agire in favore del suo paese. La bellezza, la sapienza ed il coraggio, sorretti da una fede adulta, le fanno prendere iniziative che si riveleranno decisive per la sorte del suo popolo. Sì, Giuditta ha molto da insegnare a tutti coloro che cercano di essere cristiani, in particolare ci richiama a prenderci cura del bene comune, a vivere la dimensione pubblica della fede, che chiede di uscire allo scoperto per portare avanti gli ideali di libertà, di giustizia, di pace, di accoglienza, che sono alla base della convivenza civile. E il rapporto uomo-donna improntato al rispetto e all’accoglienza reciproca, è fondamentale per costruire una società più umana e solidale.
Gabriella Sansoni Mambelli
Responsabile M.R.C. Ferrara
Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 6 dicembre 2019